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Sentieri, grotte, rocce della Calvana.

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 Monti della Calvana

Sentieri,grotte,rocce della Calvana

Dall'Appennino tosto-bolognese, in vicinanza del valico di Montepiano, si stacca uno dei più ragguar­devoli contrafforti dell'Appennino lungo circa 25 chilometri, e prende il nome di Calvana. Questo sperone montuoso manda le sue acque al Bisenzio dalla parte di ponente, alla Sieve ed alla Marina da quella di levante, e dall'uno e dall'altro versante lo rende vario e pittoresco una moltitudine d'insenature e prominenze, di valloncelli e piccoli altipiani, dove i cam­pi di grano e di patate s'alternano coi pascoli e col bosco ceduo, le selve dei castagni colle sodaglie sterili e sassose.
   E’ da notare però che questo contrafforte appenni­nico si ricongiunge, per il Colle delle Croci di Bar­berino ad un gruppo di poggi, che dal Monte Morello vanno fino ai monti di Fiesole e bagnano presso la foce della Sieve le loro falde nell'acqua dell'Arno. La parte principale però di questo contrafforte, che co­steggia sempre il Bisenzio, quanto più si allontana dall'Appennino tanto più va sempre elevandosi sino alla sua massima altezza, 916 metri sul mare, nel Monte Maggiore: ma dopo, passato l'avvallamento di Valibona, continuando con vette di minore elevazione ed abbassandosi grado a grado va a finire a Pizzidi­monte.
    L'aspetto suo nudo, segnatamente presso la cima, gli diede il nome di Calvana; ma quella nudità o calvizie è rivestita di finissima erba, e nulla vi ha di più bello e pittoresco delle praterie del M. Maggiore, dal quale si gode la vista di una corona di monti immensamente grande, dai più lontani picchi delle Alpi Apuane alle nebbiose creste della Falterona, dagli umili poggi di Monsummano a quelli del Val­darno superiore e della Vallombrosa. Però mentre si ammirano quei tappeti di verzura, quelle spianate vestite di fiorellini alpestri, dove non s'alza un albero a ripararvi coll'ombra delle sue foglie dai raggi d'un sole, anche lassù cocente, ci corre al pensiero il tem­po, nel quale quelle vette eran coperte di boschi e macchie di querciuoli, nocciuoli, e carpini, e chi sa che non vi fossero faggi ed abeti come nel vicino M. Morello.
     La Calvana, se ha calva la trina mostra però i fianchi in gran parte boscosi, specialmente nei ter­reni così detti dei Signori della Briglia: ma si vede con piacere che il rimboschimento si estende e non andranno molti anni che anche quei tratti dei declivi della Val di Bisenzio, dispogliati affatto, si rivesti­ranno con grande utilità dei campi sottostanti. (1)

(1) Tratto da: Emilio Bertini. Guida della Val di Bisenzio.Prato, tipografia di G.Salvi.1892. 

 
Intinerario dei Geositi del Rio Buti

 
Sentiero da San Leonardo al Rio Buti

 
Roccia con volto di profilo ?


No, è solo un curioso effetto prospettico 

 

 


Guado del Rio Buti

 
Rio Buti. Geosito n.9 Fonte Buia Inferiore 

L'ingresso di questa grotta si apre a qualche metro al di sopra del letto del Rio Buti. E' la cavità di risorgiva più a valle di quelle conosciute della Calvana.(2)

Con il termine Geosito si indicano i beni geologico-geomorfologici di un territorio intesi quali elementi di pregio scientifico e ambientale del patrimonio paesaggistico.

  
Rio Buti. Geosito 8 Boomerang. Piegamento della stratificazione. Microfaglia inversa.  


Rio Buti. Geosito 7.Grotta di Forra Lucia

Cavità carsica scavata dalle acque di infiltrazione.Ingresso del Laboratorio Ipogeo di Forra Lucia.
Per la visita rivolgersi all'Unione Speleologica del CAI di Prato


Rio Buti. Geosito 6. Grotta di Fonte Buia  

Si tratta della risorgiva più a monte di quelle che si aprono sul Rio Buti e ne rappresenta la fonte di alimentazione più importante. (2)

(1)  Emilio Bertini. Guida della Val di Bisenzio.Prato, tipografia di G.Salvi.1892. 
       (2) Grotte della Calvana, a cura di Gei Fiorenzo. Edizioni del Palazzo.

Ulteriori informazioni: http://www.caiprato.org

 


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