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Chiti Giovanni
Prato,30 giugno 1836 + 20 maggio 1874. Musicista compositore.Violinista. Direttore della banda cittadina.Giovanni Chiti è il fratello di quell'Edoardo "capo musica" che poi dara' il nome alla 'Banda Chiti'.
Scrive di lui Ireneo Pini, che nel libretto dell'opera volle far stampare queste parole introduttive:
“ Unito in amicizia col Maestro Giovanni Chiti dalla sua più tenera età,vidi con altri pochi, sviluppare in lui il genio per I'arte musicale, e conobbi fino d'allora quanto si sarebbe avanzato nella medesima; tanta era l'assiduità allo studio e la facilità di comporre semplici e dolci armonie. Per il che appena lasciati i precetti scolastici, sembratomi che tanto più gli fosse aumentata la vena del comporre, lui a consigliarlo perché volesse scrivere pel Teatro; ma egli rifiutava non poco per modestia, molto più poi per non avere una poesia da rivestire di armonici concenti. Parvemi che quanto era facile vincergli la prima ragione, tanto fosse per me difficile soddisfarlo,sulla seconda;e pensando fra me e me quel che fosse da fare, pur tuttavia mi provai per passatempo a scrivergli qualche cosa, e mi vennero fatte le scene 7°. e 8°. del terzo atto di questo Dramma lirico,prendendo a soggetto la storia di Corisandra di Mauleone, tolta da un romanzo del Sig. di Salvandy. Il Chiti fu sollecito nel musicare queste scene, e mi fu d'intorno perché gliene componessi altre, e così per più volte; tanto, che mi trovai scritto questo libretto senza quasi avvedermene. Il quale quantunque sviluppi il soggetto medesimo, pur nonostante manca della tessitura drammatica, per non dire del resto; poiché i difetti vi sono tutti: di pregi, neppure il più discreto critico potrebbe trovarne uno solo. Ma ciò poco sarebbe importato se non fossi ora costretto per compiacere l’Amico, a metterlo alla luce. Perché se nel momento opportuno di esser giudicato io medesimo, mi venisse, concesso dir qualche cosa della musica del Maestro Chiti, non mancherei di farne le lodi che merita; ond’è che per timore di una critica, non potei resistere alle preghiere del suddetto Chiti, e per, mia cagione defraudare il pubblico di un piacere grandissimo, qual sarà quello di sentire le belle armonie di questo giovane Maestro,valga questa scusa perché il lettore, oltre a coprirmi del ridicolo che merito per questo libretto indegno di pubblicazione, non mi creda anche ,uno di quei tali pieni d'albagìa, credono di essere poeti per pochi versacci scritti al suono del Colascione; ma anzi ravvisi in me uno di coloro che sanno sacrificare l’amor proprio per I'amicizia .”
Fonti:La musica a Prato dal Duecento al Novecento. Roberto Fioravanti. Edizioni del Palazzo. Giunti Industrie Grafiche. Prato 1994.pag.298-299