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La Peste nera del 1348
La peste nera del 1348
in Asia Europa e a Prato
di Siro M.
La peste nera era una terribile malattia, che si trasmetteva all’uomo attraverso il morso delle pulci che stavano sui topi, i quali, a causa della sporcizia e della completa mancanza d’igiene, vivevano in gran numero nelle città e nelle abitazioni.
La “Yiersinia pestis”, nome scientifico della peste, si presentava in tre forme diverse : bubbonica, polmonare e setticemica.
Pare che questo immane flagello sia partito dalle remote e sconfinate regioni dell’Asia Centrale , devastando la Cina, il Medio Oriente per poi raggiungere nel 1347 il Continente Europeo.
La terribile epidemia iniziò durante l’assedio di Kaffa, importante possedimento genovese sul Mar Nero, da parte dei Tartari e si diffuse rapidamente attraverso le rotte commerciali colpendo duramente anche l’Italia.
Si dice che gli assedianti, per espugnare più facilmente la città gettassero, con le catapulte, i cadaveri degli appestati all’interno delle mura contagiando così tutti i suoi abitanti.
I genovesi, che qui si trovavano, cercarono scampo all’epidemia fuggendo sulle loro navi. Purtroppo, in questo modo, gli equipaggi, che già avevano contratto la peste, la diffusero prima a Costantinopoli, poi in Sicilia, in particolare a Messina e in seguito in tutti gli altri porti che toccarono.
Narra il francescano Michele da Piazza :
“Nell’ottobre del 1347 dodici galee genovesi attraccarono nel porto di Messina, portando con sé una malattia così grave che era sufficiente parlare con uno di loro per essere infettati…” (1)
Nel dicembre del 1347 era arrivata a Napoli, Genova e Venezia e all’inizio del 1348 nella Repubblica Marinara di Pisa dopodichè dilagò nell’entroterra arrivando a Firenze, Pistoia, Prato, Siena, Roma e in seguito in tutta la penisola per passare poi in Francia, Spagna e Austria.
Nel 1349 attraversò l’Europa Centrale, l’Inghilterra e le Fiandre. Nel 1350 giunse in Scozia, Scandinavia, Germania, Polonia, Portogallo e nel 1352 raggiunse la Russia dove si spense.
Alla fine dell’epidemia la Peste Nera aveva ucciso in Europa più di un terzo dei suoi abitanti, che da 73 milioni erano diventati 51.
Nicolas Poussin, La peste di Ashdod (1630)
I calcoli di studiosi contemporanei ci riportano questi dati : Italia da 11 milioni di abitanti nel 1300 a 8 milioni dopo la peste. Inghilterra da 4 milioni a tre milioni. Francia da 21 milioni a 14.
Si possono chiaramente immaginare le conseguenze disastrose di questo immane flagello. Domenico Agasso nella sua Storia d’Italia riporta:
“ Questa tragica caduta demografica è attribuita, in misura non calcolabile, alle carestie, che hanno indirettamente aggravato la mortalità per Peste, togliendo capacità di resistenza agli organismi sottonutriti.” (2)
Passata questa ondata di morte il contagio non si spense ma continuò a covare. In Italia ci furono ancora altri periodi di ricaduta ma nessuno distruttivo come quello del 1348.
Per quanto concerne la città di Prato, sono poche le notizie riguardo a questo periodo ma sappiamo che nel 1348 la costruzione della seconda cerchia di mura fu interrotta e che i lavori ripresero solo nel 1382.
Alcune testimonianze riportano che lungo le mura, in particolare sotto il parcheggio che si trova davanti alle attuali poste, furono scavate grandi fosse dove vennero sepolti i numerosi abitanti morti per questa epidemia.
Il comune, privato dalle entrate e oppresso dalle spese sostenute a causa della pestilenza, decise di rimettere in libertà molti delinquenti dietro il pagamento di una somma di denaro.
“…Statuirono che tutti banditi e condannati o sol banditi o condannati nella terra di Prato per qualche maleficio o qualsiasi delitto esibendo al notaio degli Otto una cedola contenente la quantità di denaro che ciascuno intende dare al Comune per avere quel beneficio…”(3)
Anche personaggi conosciuti come Marco Datini, la moglie e due figli morirono a causa della peste e di tutta la famiglia si salvarono solo il figlio Francesco, il famoso mercante di Prato e un suo fratello minore.
1 - La Peste Nera di John Kelly. Edizioni PIEMME
2 - Storia d’Italia di Domenico Agasso. Volume terzo. Dal tempo di Carlo d’Angiò alla spedizione di Carlo VIII in Italia. (1268-1494)
3 - Archivio Storico Pratese. Giulio Giani. Le pestilenze del 1348,del 1526 e del 1631-32 in Prato. (anno IX fasc. II e III)
Ricerche: Biblioteca comunale di Prato "Istituto culturale e di documentazione Lazzerini"