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Caso Marniano
Osservato strano oggetto cilindrico luminoso a bassa quota.
Podere Marniano all'epoca dei fatti
Alle serate di osservazione al Podere Marniano partecipavano abitualmente molte persone ma quella sera del 25 settembre 1976, vide coinvolti solo quattro di noi, gli altri, che avrebbero voluto partecipare per un motivo o per un altro non ne ebbero la possibilità.
Quella sera i quattro ebbero modo di vivere in prima persona un’esperienza insolita, alla quale però non dettero molta importanza. E’ da tenere presente che quando veniva registrata una qualunque anomalia,si restava sul luogo di osservazione fino alle ore piccole della notte;quella sera però, i quattro pur vivendo un’esperienza decisamente eccezionale si recarono a dormire molto presto.
Di solito,prima di coricarsi, veniva redatta la cronistoria della serata; anche quella sera si cercò di scrivere quanto accaduto ma dopo le prime pagine, chi stava relazionando mentre scriveva lo faceva in modo sempre meno logico, tanto che le ultime parole erano quasi indecifrabili, poi una sonnolenza inarrestabile costrinse i quattro amici a recarsi nella stanza dove dormivano. solo uno di loro riuscì a ricostruire con una piantina molto dettagliata gli avvenimenti della serata. Una cosa strana, prima di coricarsi, attrasse la loro attenzione,gli scarponi nonostante l’erba bagnata erano completamente asciutti. Entrati nei loro sacchi a pelo,si addormentarono profondamente.
Nel mezzo della notte due di loro ricordarono di essere stati svegliati da un colpo sordo, come un tonfo di qualcosa che aveva picchiato sul muro della casa o sul pavimento della stanza ma si girarono dall’altra parte e ripresero a dormire. La mattina si alzarono di buon’ora e con una fretta che non seppero spiegare tornarono a casa.
Questo in maniera succinta il racconto degli accadimenti di quella sera, o perlomeno quello che i quattro riuscirono faticosamente a ricordare il martedì seguente, giorno di riunione presso la vecchia sezione del gruppo.
Dopo essere stati sollecitati più volte a raccontare ciò che era successo durante la serata, i quattro dettero versioni contrastanti e in disaccordo l’uno con l’altro. Un comportamento che sconcertò alquanto i presenti. Furono perciò invitati ad uscire dalla sezione e fatti rientrare uno alla volta per dare ognuno la propria versione dell’accaduto, mentre gli altri aspettavano fuori dalla sede. I quattro racconti ci fecero capire che quella notte qualcosa di particolare era accaduto, ecco quello che fu faticosamente ricostruito di quella sera.
Legenda :
1) La macchina (Dyane 6) con il baracchino.
2) L’altra macchina (Fiat 126).
3) Costruzione “la Canicciaia”.
4) Antenna “ Ringo” per il collegamento C.B.
5) Luce diffusa dietro gli alberi che poi sparisce.
6) Il “Tubo di Luce” appena visto dal testimone n.1.
7) 8-10 Movimento dello stresso Tubo.
8) Movimento successivo prima di sparire.
9) Fascio di luce simile a quello di una torcia elettrica molto intensa dal colore bianco che appare per un attimo dopo la sparizione del “Tubo di Luce” da terra verso l’alto.
10) Punto di sparizione del “Tubo di Luce” dal punto 6 al punto 10 non ha impiegato più di tre secondi.
11) Posizione dei testimoni.
12) Tavolo degli strumenti.
13) Trave di legno dove i testimoni si mettono a sedere.
14) Punto dove i testimoni hanno visto la “piccola luce” dalle dimensioni di una biglia e dal colore Bianco.
Il racconto
Verso le 22.00 del 25 settembre 1976, i quattro amici presero posizione sul campo di osservazione con gli strumenti, contatore geiger, bussola, macchine fotografiche e binocoli; alle 22.06 fu osservata una luce, un segmento o fascio di luce verticale, arrivare dall’alto e sparire dietro gli alberi del bosco circostante; poco dopo, dal punto dove era sparita la luce, un fascio luminoso bianco intenso si accese da terra verso l’alto e subito si spense.I quattro, inizialmente, pensarono allo scherzo di qualcuno e dopo alcuni minuti decisero di recarsi in quella direzione per un controllo.
Raccolsero gli strumenti e andarono nella direzione dove era apparsa quella luce. Durante il tragitto notarono un’altra piccola fonte luminosa appena più grande di una biglia, che cadde ai loro piedi.Due di loro ebbero un attimo di incertezza, gli altri due pensarono che si trattasse di un mozzicone di sigaretta, non si resero conto sul momento, che nessuno dei quattro era un fumatore. L’oggettino luminoso pareva sospeso sull’erba ai loro piedi, lo scansarono e proseguirono forse perché attratti anche dalla strana luminescenza delle loro auto,quasi rilucenti di luce propria ma anche in questo caso, dopo avere notato il fenomeno,che cessò subito,non gli dettero importanza.
Uno di loro salì sull’auto provvista di baracchino CB e provò a mettersi in contatto sulla frequenza che di solito veniva usata per i collegamenti, ma al momento di effettuare la chiamata vide che la potenza di uscita del segnale veniva come assorbita, tanto che la luce dello strumento si spengeva. Anche in questo caso non fu data alcuna importanza alla cosa.Quello dei quattro che aveva la macchina fotografica, nel fare una foto,si accorse che questa era bloccata e decise di rientrare nella casa per cambiare il rotolino pensando che fosse finito, non si ricordava di averne inserito uno nuovo all’inizio della serata e che erano state fatte al massimo una decina di foto. Nel momento che il gruppo si ricompose, l’addetto al contatore geiger sentì in cuffia che lo strumento produceva delle scariche ripetute e continue. Proseguirono verso il bosco dove era sparita la prima luce avvistata ma giunti ad una curva del sentiero, videro venire dal cielo un tubo luminoso in posizione orizzontale per poi posizionarsi verticalmente davanti a loro ad una distanza inferiore ai mille metri. Al momento del passaggio di un aereo la luce ritornava orizzontale e si allontanava velocemente verso destra, appena passato l'aereo riprendeva la posizione originaria, fermandosi in verticale.
I movimenti e le evoluzioni dello strano "tubo"
Quando sopraggiungeva un nuovo aereo questa si riposizionava in orizzontale sparendo rapidissima alla loro destra. Passato il secondo aereo la luce si accendeva nuovamente nel solito punto, dove rimaneva immobile in verticale, dopodiché iniziava a girare su se stessa velocemente per pochi secondi, nel frattempo al passaggio un nuovo aereo la luce riappariva per, riprendere la posizione verticale poi scendeva in orizzontale e si dirigeva velocemente in direzione del bosco scomparendo.
La quarta volta la fonte luminosa si riaccese nello stesso punto in verticale e girando vorticosamente con la parte inferiore in senso orario cominciò a muoversi in avanti dirigendosi verso il gruppo e arrivando così vicina ai nostri amici, che riuscirono a percepire un rumore simile a quello di uno sciame di api oppure al vorticare di un elica. Furono scattate alcune foto ma nessuna rimase impressa sulla pellicola.
Nel frattempo di nuovo arrivò dalla loro sinistra un aereo, basso come gli altri passati in precedenza. La luce, invece di scomparire girando vorticosamente, tornò indietro nel punto in cui era apparsa, arrestò il suo turbinoso ruotare si inclinò da verticale in orizzontale e fuggì via quasi si volesse nascondere alla vista degli aerei. I quattro notarono, con l’aiuto di un binocolo, che la parte inferiore appariva concava, e proiettava nel cielo un fascio luminoso consistente. I nostri amici si accorsero che tutte le volte che la luce andava a “nascondersi”, nel cielo passava un aereo.
Questo comportamento si ripetè per ben quattro volte. Alle 22.54,dopo circa quaranta minuti di osservazione, si resero conto che questa non sarebbe riapparsa e anche in questo caso, con un comportamento assolutamente incoerente decisero di ritornare sul campo di osservazione.
la cartina indica i vari spostamenti dei quattro testimoni e i vari luoghi interessati dal fenomeno
Durante il tragitto percepirono delle folate come di aria molto calda. Il contatore emetteva dei segnali come fosse un telegrafo ma nessuno pensò di guardare l’indicatore di intensità, anzi uno di loro suggerì di spengere l’apparecchio in quanto, non si capisce perché, pensò che si fosse danneggiato.
Si riposizionarono sul campo ma con una stanchezza ed una sonnolenza incredibili,tanto che furono costretti a rientrare in casa per relazionare quanto accaduto ed andare a dormire. Questa è la ricostruzione di quanto è stato rilasciato separatamente dai quattro e dopo il confronto con i componenti della sezione ci rendemmo conto che nella notte del 25 settembre 1976, qualcosa di molto inconsueto era accaduto al “nostro” Podere Marniano.
Un pomeriggio dei giorni seguenti fu deciso di fare una perlustrazione strumentale dell’area interessata e tre di noi si recarono sul posto ma appena giunti nei pressi della casa al Podere Marniano, la sonda del contatore geiger implose con rumore sordo tanto che si trovarono costretti a rinunciare al sopralluogo.
Una precisazione in merito ai contatori geiger è necessaria, erano stati comprati al surplus militare di Bologna perchè non erano facilmente reperibili e perchè all'epoca non potevamo permetterci altro.Un tecnico elettronico, che effettuava la manutenzione alle apparecchiature radiologiche dell’ospedale di Prato, ci forniva l’assistenza necessaria per il loro buon funzionamento.
Quello usato la notte del 25 Settembre aveva la sonda esterna mentre l’altro aveva la sonda interna.
Di quanto accaduto fu informato il tecnico nostro amico, che decise di partecipare con noi ad un secondo sopralluogo portando un proprio contatore geiger.Così, un pomeriggio seguente, un gruppo più numeroso si recò sul luogo e per meglio controllare la zona si decise di dividerci in due gruppi. Anche questa volta i due contatori che avevamo non funzionarono correttamente, pensammo allora di allontanarci non prima di avere effettuato alcune foto.Il tecnico, dopo un controllo ai due contatori,allibito si accorse che i erano irrimediabilmente fuori uso, così ci rendemmo conto di essere in presenza di qualcosa di pericoloso.
Ci ritrovammo la sera seguente a questi fatti con l’allora segretario del CUN dott.Roberto Pinotti e decidemmo di prendere contatto immediatamente con Stelio Asso del gruppo GORU di La Spezia,perchè lui aveva gli strumenti necessari per monitorare al meglio quanto stava accadendo e concordammo di incontrarci il giorno seguente per un sopralluogo al Podere Marniano.Eravamo tre di noi con Stelio Asso arrivato da La Spezia con un suo collaboratore e altre due persone qualificatesi come suoi amici e di Roberto Pinotti.
La nostra sorpresa fu grande quando i due sconosciuti scaricarono dalla loro auto due valigie contenenti strumenti altamente sofisticati; pensammo che dovevano essere persone molto qualificate se si potevano permettere tali strumenti.
Durante il sopralluogo venimmo a sapere che i due erano componenti del C.A.M.E.N. (Centro Applicazioni Militari dell’Energia Nucleare) di Pisa.
Per varie volte gli strumenti da loro posizionati sul terreno ebbero delle anomalie, andarono tutti contemporaneamente a fondo scala emettendo cicalini e varie suonerie di allarme.I due prelevarono campioni di foglie, di terreno e quant’altro ritennero necessario dicendoci che nonostante fossero abituati fare ricerche sul terreno, non avevano mai visto niente del genere e che in ogni caso queste anomalie non erano da imputare a radioattività e dissero anche che:“probabilmente gli strumenti erano influenzati da distorsioni magnetiche, anche perché l’ago andava oltre il fondo scala.”
Rinfrancati da questo incontro rivolgemmo la nostra attenzione ai quattro testimoni della serata del 25 Settembre che nel frattempo accusavano disturbi di varia natura.Uno di loro aveva delle specie di cicatrici sui polpacci, molto simili a quelle riportate in una foto da Budd Hopkins nel suo libro “Intrusi” pubblicato in Italia nel 1988. Un altro, per diversi giorni subì una forte sudorazione avvertendo un grande impulso a bere birra, curiosamente fino ad allora non poteva sopportarne neppure l’odore,manifestando oltretutto un’eruzione cutanea sul ventre.Il terzo si allontanò dal gruppo tanto che solo dopo alcuni anni decise di riprendere contatto con i vecchi amici e l’ultimo uscì dalla Sezione dimenticando quasi del tutto quello che era accaduto quella sera.
Durante l’inverno del 1976 e fino alla nuova stagione di osservazioni del 1977, si cercò di analizzare il più possibile quanto era accaduto tanto che vennero effettuate anche alcune sedute di ipnosi regressiva. Nella prima seduta uno dei quattro rievocò la nottata del 25 settembre e ne fece un racconto molto dettagliato, questo in sintesi ciò che disse:
“Il primo oggetto arrivato dall’alto e che si è posizionato dietro il bosco è stato il contatto iniziale, sono venuti a controllare perché incuriositi da noi. L’oggettino che è stato scambiato per una cicca di sigaretta, in realtà,era una piccola sonda che con altre sono state posizionate nell’area circostante per misurazioni varie. Tutta l’area è stata irrorata da energie di varia natura come microonde,raggi gamma ed altro ancora, ecco perchè il baracchino CB non riusciva a trasmettere. Il contatore geiger, oltre che alla radioattività,ha registrato queste energie e per questo il suo funzionamento è risultato “strano”.
(Questo ci era stato anticipato dai due componenti del C.A.M.E.N. che avevano effettuato il sopralluogo. Una possibile causa della rottura dei tre contatori poteva essere imputata ad un accumulo improvviso, per loro inspiegabile, di energie di vario tipo oppure da improvvise variazioni di polarità, cosa altrettanto inspiegabile.)La luce, posizionata davanti a loro facendo quelle strane evoluzioni, serviva più che altro da diversivo, in quanto il “punto caldo” era nei pressi del campo di osservazione. La stanchezza seguente era stata “indotta” per allontanarci dall’area. Raggiunto lo scopo di mandarci a letto iniziò il contatto vero e proprio. Il tonfo udito da due di loro in realtà era l’entrata in scena di più esseri.“….Sono pura luce, non si può fare nulla, nulla. Hanno fatto tutto quello che volevano,è stato tremendo. Dopo averci rigirato come calzini, se ne sono andati via. Non si può fare nulla …”
(Come riportato sul nastro registrato durante l’ipnosi ).
La mattina abbiamo preso le nostre cose e velocemente siamo andati via, ritorniamo a casa ma molta energia è rimasta nella zona”. L’ipnosi finì con una frase strana, senza che nessuno ponesse domande il soggetto disse:“…è il 27 settembre..” in realtà era il 26 settembre:
Cercando di verificare quanto affermato nella seduta, furono effettuati successivi sopralluoghi e controlli e furono riguardate le poche foto sviluppate, in particolare quelle quattro scattate durante il secondo sopralluogo.
In una di queste, scattata verso una valletta dietro il campo di osservazione, fu individuata una presenza umanoide, un essere molto alto con un casco in testa.
In quel periodo durante i sopralluoghi al Podere Marniano, trovavamo costantemente persone che gravitavano nei dintorni, cacciatori quando la caccia era chiusa, pescatori quando solo a fondo valle esisteva un ruscello non più grande di un rigagnolo, cavalieri quando nei dintorni non c’era nessuno che possedeva cavalli. Il colmo fu raggiunto una sera di fine autunno quando nei pressi della casa, un signore anziano vestito alla tirolese, con accento straniero, disse di essere un professore universitario che andava a raggiungere i propri studenti. Vista l’ora tarda, il luogo in cui si trovava e le coordinate che ci dette, restammo molto perplessi.
Data la natura decisamente irrazionale degli avvenimenti prendemmo contatto con il prof. Angelico Brugnoli, uno dei grandi esperti italiani di ipnosi e psicoterapia, componente oltretutto del CUN. Effettuò alcune sedute di ipnosi ad uno degli amici presenti la sera del 25 settembre le diagnosticò un blocco mentale indotto molto forte, che solo il tempo ed alcune pratiche di rilassamento avrebbero potuto annullare.
Quelle sedute ed il tempo riportarono alla mente il ricordo di una stanza circolare, di un lettino da sala operatoria e di tubicini con un liquido giallastro; cose che ora sono diventate familiari a chi segue la fenomenologia degli abduction,ma che in quegli anni, era ancora poco conosciuta.
Il giornale “La Nazione” e “Il Resto del Carlino”, negli anni seguenti, diedero la notizia del fatto accaduto a Marniano con due articoli che riportavano:“Gli UFO abitano qui ” e “Li hanno chiamati e sono venuti”.
Ci siamo allontanati dalla ricerca ufficiale dell’ufologia perchè queste esperienze particolari protrattesi nel tempo e questi contatti con personaggi ambigui, ci hanno portato a proseguire la ricerca per conto nostro.
Oggi sono passati più di trent’anni da quei giorni e situazioni diverse, maturate in tutti questi anni, ci hanno portato a rivelare quei fatti.
In ogni caso,nel 1984 il gruppo di ricerca si è sciolto spontaneamente, forse avevamo bisogno di staccarci da tutto questo,di tempo per riflettere,digerire quello che ci era successo in quegli anni….. e non era poco.
Solo nel 1987, alcuni di noi hanno deciso di rincontrarsi ancora e riprendere il discorso interrotto ma questa è un’altra storia.”
Fonti: Archivio CRP (nostra inchiesta “Caso Marniano 1976”
“La Nazione” Cronaca di Prato, 24 Luglio 1977
2 Ottobre 1976 Podere Marniano,Vernio h.16.30
Dopo i fatti accaduti il 25 Settembre 76, un gruppo di componenti la sezione pratese dell’allora Centro Ufologico Nazionale, si è recato al podere per effettuare un controllo strumentale. Visivamente non è stato notato niente ma a livello strumentale e fotografico sono venute fuori immagini inquietanti. Le foto, qui riportate, sono state scattate su di un costone, che domina una valletta dietro la casa del Briganti ad est di Marniano dopo che lo strumento geiger aveva registrato una attività radiattiva.
Queste, fanno parte di una serie di altre 4 tutte abbastanza strane ma la più strana è senza dubbio quella sotto riportata. Mostra una forma umana con una specie di tuta, un casco chiaro come copricapo, un paio di stivali alti e tiene in mano una specie di apparecchio di colore scuro, simile ad una macchina fotografica.
Il soggetto è abbastanza lontano ma si notano bene molti particolari della zona circostante, inoltre,la sua posizione è leggermente inclinata, difatti il terreno in quel punto è tutto in pendenza.
Nell'altra si nota chiaramente sulla parte destra, un'emissione di energia molto intensa con una specie di barra al centro disposta verticalmente. Crediamo escludere il difetto di pellicola in quanto anche gli altri fotogrammi presentano delle anomalie. Le condizioni meteo erano variabili (era da poco piovuto ). Macchina fotografica: Agfa Rapid - Pellicola: Agfa.
Fonti:Archivio CRP (caso Marniano 1976)