- Personaggi pratesi
- ----------------------------------
- Prato la storia
- -
- Prato, le origini
- Il sacco di Prato
- Prato medievale
- Prato e i Conti Alberti
- Prato Rinascimentale
- Il Papa a Prato 19/3/86
- Il castello di Prato
- Popolazione pratese
- Prato e l'Aquila
- Il Bisenzio
- La Peste nera del 1348
- Santa Maria a Filettole
- Venuta a Prato del granduca Ferdinando I
- La Peste del 1630 - 1631
- I Valletti del Comune di Prato
- L'arte della lana
- Papa Francesco a Prato
- Della inaudita mortalità
- Prato 1630: A morbo, libera nos, Domine
- ----------------------------------
- Prato la città
- ----------------------------------
- Prato curiosità
- ----------------------------------
- Prato eventi bellici
Il sacco di Prato (29 agosto1512)
Tutto ebbe inizio quando i Medici furono cacciati da Firenze e fu istituita la Repubblica, segretario della quale fu Niccolò Machiavelli.
I fiorentini si allearono con i Francesi, i quali però in seguito, furono costretti a lasciare l’Italia.
Questa fu l’occasione buona per i Medici per rientrare a Firenze.
Nel congresso di Mantova, Papa Giulio II (Giulio della Rovere), anche per l’insistenza del Cardinale Giovanni dei Medici (futuro Papa Leone X) fratello di Piero e Giuliano, pensò di ripristinare l’antica grandezza della famiglia.
Per fare questo fu deliberato che l’esercito spagnolo si volgesse verso Firenze per riportare tale stato.
La notizia del loro arrivo fu appresa dai Fiorentini solo quando gli Spagnoli del Vicerè di Napoli Ramon Cardona, da Bologna si dirigevano verso la città.
Prima di arrivare a Firenze si trovava la terra di Prato, che ben sapendo quello che stava per accadere, inviò alla Repubblica Fiorentina continue e quasi giornaliere richieste di aiuto per uomini, mezzi, armi e quanto serviva allo scontro ma nonostante l’approssimarsi del pericolo poco o niente venne fatto.
I militi pratesi erano molti pochi. La città era difesa da circa 2000 fanti contro un esercito spagnolo forte di circa 10.000 uomini ben equipaggiati.
Il giorno 28 Agosto del 1512 gli Spagnoli che si erano attestati presso Calenzano, mossero alla volta di Prato.
Nel pomeriggio intorno alle ore 16 dopo avere piazzato due Falconetti (pezzi di artiglieria) iniziarono il sacco colpendo le mura e la porta Mercatale, che però resistette bene.
Intanto il Cardinale Giovanni De Medici, al seguito delle truppe, (legato pontificio) seguiva l’andamento della battaglia dalla zona di S. Anna dove aveva dei possedimenti.
Lo scontro del primo giorno finì senza che gli Spagnoli riuscissero a sfondare.
Il giorno dopo, 29 Agosto,visto che quel punto era troppo resistente, spostarono la batteria dei due Falconetti verso porta del Serraglio riprendendo con più slancio la pugna, riuscirono in breve tempo a formare una breccia nelle mura dalla quale iniziarono ad entrare. In quel punto si concentrarono i pratesi, e riuscirono a bloccare i soldati spagnoli.
Questi, visto che non riuscivano nel loro intento, cambiarono tattica e scalarono le mura. La monovra riuscì, i soldati pratesi vedendo che ben presto sarebbero riusciti ad entrare si diedero alla fuga, permettendo agli Spagnoli di penetrare all’interno.
Questi al grido di “ Ammazza ! Ammazza !” si introdussero all’interno della città uccidendo chiunque si trovasse loro davanti. In breve furono padroni della Piazza.
Intanto nelle chiese si erano rifugiate moltissime persone, per lo più donne bambini, anziani, pensando che i luoghi sacri non venissero profanati, ma non fu così, gli Spagnoli non ebbero pietà di nessuno.
Uccisero, violentarono, saccheggiarono. I pratesi non ebbero scampo, dato che le porte attraverso le quali sarebbero potuti scappare erano state murate, per cui non ebbero più nessuna via di fuga.
In si tanta sofferenza dobbiamo ricordare un episodio prodigioso accaduto nel convento di S.Vincenzo. Tre capitani spagnoli entrati all'interno del sacro luogo, si bloccarono cadendo in ginocchio davanti alla statua della Madonna, mostrata loro da Suor Brigida,che in questo modo riuscì ad evitare il saccheggio.
Da allora, la bella statua fu chiamata "Madonna dei Papalini" ed ancora oggi il 29 Agosto di ogni anno le suore ricordano l'evento.
Il sacco durò 21 giorni. Fu un atroce mattanza, il sangue e l’odore della morte erano in ogni luogo. Furono uccise circa seimila persone.
Alcuni fra quelli che vennero catturati vennero uccisi più tardi fra atroci tormenti, mentre una parte di questi furono lasciati in vita per ottenere un riscatto.
Prato in pratica pagò al posto di Firenze con la vita di tantissimi cittadini, e Firenze visto lo scempio fatto ai pratesi spalancò le porte ai vincitori così che i Medici poterono rientrare liberamente nella loro città.
Ricerche:
Biblioteca comunale di Prato "Istituto culturale e di documentazione Lazzerini"
Volumi consultati:
-Cesare Guasti. "Il sacco di Prato e il ritorno dei Medici in Firenze"
-Gori Vittorio."Il sacco di Prato"
-Tozzini Cellai,Valeria. "Storia del sacco di Prato"
Da questo luogo di porta al Serraglio le truppe spagnole entrarono all'interno delle mura
Fonti: La Nazione 25-8-2004