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Si ritira nel Morrone a S.Onofrio (1293-1294)
P a p a C e l e s t i n o V
P i e t r o A n g e l e r i o
(P i e t r o d e l M o r r o n e)
Ritiro di Pietro nel Morrone a S. Onofrio
13 Giugno 1293 A 84 anni Pietro, annuncia ai suai discepoli di volersi ritirare definitivamente sul Morrone, a S. Onofrio, poichè desidera passare gli ultimi anni della sua vita in Preghiera, meditazione e solitudine. Quì rimane indisturbato per circa quattro mesi.
1293 Pietro trasferisce la casa madre da Santo Spirito della Maiella a Santo Spirito del Morrone, diverrà sede dell'Abate supremo.
Sulmona.La Badia Morronese o Badia di Santo Spirito. È un grande fabbricato dalla dimensioni notevoli, racchiuso da una cinta muraria.
"La congregazione continua a espandersi al momento siamo a d un totale di 40 monasteri. Mentre si trova in questo luogo, in particolare nei giorni in cui scendeva a valle per celebrare Messa, Pietro compie numerosi miracoli, tutti registrati negli atti del processo di canonizzazione fra cui la guarigione di Benvenuta di Nicola Mancini di Sulmona che: “ In seguito ad una caduta,fin da piccola era rimasta storpia e zoppicante. E ancora restituisce la Parola al piccolo Nicola, figlio di Giovanni Piloso da Sulmona, muto fin dalla nascita.“
Guarisce Giovanni di Paterno che era:“ leproso e idropico”, restituisce” l’uso di un arto a Sinilla di Bussi.”
Guarisce Raimondo da Alife che era : “Tutto incurvato e soffriva di forte asma tanto che non poteva parlare”.
Guarisce la piccola Elisabetta, figlia di Rinaldo di Buonuomo, che : “ Per
divino giudizio era rotta e sventrata nell’inguine.”
(10) Pag. 156 Il Papa Santo Celestino V. S. Pietro a Maiella. Di Antonio Grano. Tullio Pironti Editore.2001.
"Alla Badia Pietro aveva fatto un incontro molto interessante. Francesco e gli altri monaci, gli avevano fatto conoscere alcuni fraticelli erranti, che da qualche tempo, erano venuti a Santo Spirito in cerca di aiuto e protezione. E furono proprio quei fraticelli a dare in dono a Pietro, prima che egli facesse ritorno nel suo eremo di Sant’Onofrio un libro di Gioacchino da Fiore. Pietro fu affascinato da quel Volume – Concordia novi et veteris testamenti – dalle teorie giochimiste secondo cui, dopo l’età del Padre e del Figlio ( Antico e Nuovo Testamento) doveva ormai ritenersi prossima la terza e conclusiva età: quella dello Spirito Santo, dell’Evangelo Eterno, da realizzarsi attorno a un rigido monachesimo spirituale."
(56) Pag. 95 Celestino V e gli spirituali. Dalle profezie di Gioacchino da Fiore alle 10 illuminazioni. Di Ottorino Gurgo. Editore Mamma.
Gioacchino da Fiore scrive un libro di Profezie dove ritiene prossima una terza e conclusiva età nuova in cui lo Spirito Santo avrebbe realizzato, un rinnovamento totale della Chiesa per mezzo di un Papa Angelicus.
Giugno 1293 Una tremenda epidemia inizia a mietere numerose vittime.
2 Agosto 1293 Muore durante il conclave il cardinale Giovanni Cholet.
18 Ottobre 1293 I cardinali decidono di spostarsi a Perugia e di continuare il conclave per l’elezione del nuovo Pontefice.
Ottobre 1293 Nel mese di Ottobre giunge, all’eremo di S.Onofrio, Angelo da Caramanico, per comunicare che la Badia di Santo Spirito è meta di un continuo affusso di pellegrini. Pietro esce dal suo eremitaggio e celebra una Messa alla presenza di una grande moltitudine di devoti.
Egli ha la capacità e il grande carisma di attirare su di sè l'affetto incondizionato della povera gente, ma anche di personaggi ricchi e altolocati.
In seguito Pietro torna sul Morrone a S.Onofrio, in assoluta solitudine immerso nella Preghiera, credendo di essere arrivato alla fine della sua vita terrena resta nella serena attesa di potersi ricongiungere con il suo creatore,ma non è così.Per lui qualcosa di impensabile si sta per realizzare.
1293 Re Carlo II D’Angiò, aveva concluso un accordo segreto a Junquerra con Giacomo II di Sicilia (senza tenere conto degli interessi del fratello di Giacomo II , Federico, luogotenente del re d’Aragona nell’isola) : la Sicilia sarebbe passata nel 1297 dall’Aragona alla Chiesa e alla fine restituita agli Angioini. L’accordo sarebbe entrato in vigore all’inizio di novembre del 1294, ma perché fosse operante occorreva anche l’assenza del papa, poiché la Sicilia era formalmente un suo feudo.
(83)Pag.125 Due papi per un Giubileo. Celestino V. Bonifacio VIII e il primo Anno Santo.Di Chiara Frugoni. Ed. Rizzoli.
1294 Bojano. Viene fondato il monastero di S. Martino dipendente da S. Spirito del Morrone.
1294 (85 anni ) I nuclei Monastici di “ fra Pietro dal Morrone “ sono 36 con la presenza in essi di circa 600 tra Monaci e Oblati.
(37) Pag.37 Celestino V e la rinuncia gloriosa. Memorie e inni - Di Cordeschi Antonio. Edit. Colacchi.
10 Marzo 1294 Ruggiero, vescovo di Rampolla, di passaggio per l’Aquila concede 40 giorni di indulgenza a chi avesse aiutato o sussidiato la costruzione della Chiesa di Collemaggio.
21 Marzo 1294 Re Carlo II d’Angio’ appena tornato dalla Francia dove aveva stipulato con gli Aragonesi un faticoso trattato per la restituzione della Sicilia. Fra i tanti punti deboli di quel protocollo ve n’era uno che più degli altri preoccupava il re: quello in cui si conveniva che l’intesa doveva essere ratificata dal Papa. Gli occorreva un Papa e subito…Per questo si recò nella sede del conclave a Perugia, accolto dal Sacro Collegio con tutti gli onori il sovrano chiese la parola spronando i Cardinali ad affrettare i tempi per dare un pastore al gregge di Dio. Il Cardinale Latino, decano del sacro collegio rispose per tutti piacevolmente abbozzando un discorso conciliante. Solo uno, Benedetto Caetani, intimò al Re di farsi gli affari suoi.
(10) Pag. 144 Il Papa Santo Celestino V. S. Pietro a Maiella. Di Antonio Grano. Tullio Pironti Editore.2001.
Re Carlo e la lettera di Pietro
6 Aprile 1294 Re Carlo II, tornando a Napoli, passa da Sulmona e si reca da Pietro da Morrone per informarlo di quanto accade nel conclave. Pietro rimane turbato per la situazione in cui la Chiesa si viene a trovare. Decide di scrivere quella misteriosa lettera. Probabilmente anche sollecitato dal Re.
"L'impressione di questo colloquio su Pietro, anche per l'autorevolezza dell'interlocutore, dovette essere profonda se egli si decise di scrivere una severa lettera al cardinale Latino Malebranca, da cui era amico da molti anni, deplorando lo scandalo offerto dai cardinali ai fedeli e minacciandoli della punizione celeste se non avessero trovato un accordo entro la festa di Ognissanti."
(4) Pag.43. Centro Celestiniano. Atti del 9° Convegno storico. Da Pietro del Morrone a Celestino V- L'Aquila 26-27 Agosto 1994.
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