Analisi computerizzata ondata ufo 1954

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Anno 1954
La prima analisi computerizzata
della casistica ufologica italiana
realizzata dal C.U.N.(Centro Ufologico Nazionale)

 


 

 

 Scrive in un editoriale Roberto Pinotti presidente del Centro Ufologico Nazionale in occasione dei 50 anni dalla prima grande ondata Ufo in Italia. 

  

"50 anni fa esplodeva l’incredibile "ondata" ufologica del 1954, e non possiamo certamente passare sotto silenzio un simile anniversario. L’Italia si trovò infatti immersa di colpo in un fenomeno assai più ampio e di dimensioni continentali, che investiva in particolare la regione franco-italiana (coinvolgendo peraltro altri paesi europei come ad esempio l’Inghilterra, al centro di segnalazioni radar ufficiali da parte del War Office di intere formazioni di UFO a forma di "U", "=" ed "N" ovvero "Z") e che mise per la prima volta le Autorità e le masse del Belpaese (le quali nel 1950 avevano avuto un semplice "assaggio" di ciò) a diretto e costante contatto col fenomeno degli UFO (allora ancora definito popolarmente "dischi volanti"), adesso strombazzato pressochè ogni giorno dalla stampa e menzionato perfino dalla neonata TV della RAI, mentre sulla popolare "Domenica del Corriere", settimanale del "Corriere della Sera", ben quattro tavole a colori di copertina di Walter Molino imponevano il fenomeno all’immaginario collettivo di un’Italia cattolica, piccolo-borghese e tradizionalista che lo schieramento con l’Occidente nella Guerra Fredda e la ricostruzione post-bellica stavano nondimeno proiettando verso il "miracolo economico".
   E d’improvviso le cronache quotidiane sui "dischi volanti" d’oltralpe (ivi già attentamente seguite da Aimé Michel) si materializzarono anche da noi. Così, incredibilmente, allo stadio di Firenze la partita di calcio Fiorentina-Pistoiese fu interrotta per il passaggio degli UFO, da cui cadeva una strana sostanza volatile (la "bambagia silicea" composta di boro, silicio, calcio e magnesio analizzata dal prof. Canneri dell’Istituto di Chimica Analitica dell’Ateneo Fiorentino). 
   Mentre, oltre alla Francia, apparizioni simili venivano contemporaneamente registrate anche in USA, Argentina e Libia, forti di grandi comunità italiane, i resoconti testimoniali di piloti come Maner Lualdi sull’Aeroporto Forlanini di Milano, quelli diurni di migliaia di romani sull’Urbe ed il Vaticano (fra cui il diplomatico Alberto Perego e la ambasciatrice americana a Roma, Claire Boothe Luce), i rapporti tecnici di osservatori della nostra Aeronautica Militare da Pratica di Mare e le segnalazioni continue di molteplici privati cittadini in tutto il paese (alcuni, nella scia degli analoghi eventi francesi, anche protagonisti di "incontri ravvicinati" con UFOnauti come nel caso emblematico di Cennina di Bucine presso Arezzo vissuto da Rosa Lotti in Dainelli) imposero pure da noi la questione e con essa l’idea di possibili visite dallo spazio.
   Anche se naturalmente si parlava più che altro di "marziani", com’era logico. Alla fine dell’anno la "ondata" si esaurì e con il 1955, pur se in USA una rivista con la popolarità di FATE dedicava alla nostra "ondata" ufologica la copertina, tutto parve tornare come prima. Ma nulla fu mai più come prima. Mentre un prof.Thayaht (al secolo il geniale artista e inventore Ernesto Michaelles, di nazionalità elvetica) costituiva a Marina di Pietrasanta (Fiumetto) il primo centro scientifico privato italiano per lo studio del fenomeno, il pionieristico CIRNOS (Centro Indipendente Ricerche Notizie e Osservazioni Spaziali) che purtroppo non sopravvisse alla sua immatura scomparsa, il console e già addetto militare Alberto Perego (diretto testimone con altri, fra cui un giovane Giancarlo Barattini, del passaggio di due stormi a "V" di 20 UFO su Roma, riunitisi ai vertici in una significativa formazione a croce greca di 40 ordigni sul Vaticano prima di allontanarsi), intuendo oltre alle valenze politico-strategiche delle apparizioni la natura elettromagnetica dell’energia propulsiva degli UFO, indicò decisamente questi ultimi come "extraterrestri" e dette vita nella capitale al suo CISAER (Centro Italiano Studi Aviazione Elettromagnetica di Roma) redigendo una serie di "rapporti agli italiani" destinati a essere riuniti in quattro volumi sull’argomento e suggerendo da antesignano molte delle interpretazioni ed ipotesi successive sul tema.
    Perego affermava fin da allora (come si dice oggi) che le grandi Potenze sapessero già dalla fine degli anni Quaranta della provenienza aliena dei "dischi volanti", e in una persistente situazione di segreto di stato assoluto da un lato ma anche di evidente non imposizione di un contatto extraterrestre ufficiale dall’altro molte apparizioni di UFO e USO come pure inspiegabili arresti di corrente elettrica (fenomeno avente il suo culmine nel 1965-66) avrebbero allora avuto e sottinteso in certi momenti evidenti valenze simboliche,rivolte dai visitatori extraterrestri, in una sorta di monologo "criptato", ai nostri capi politici guerrafondai sul baratro della Terza guerra Mondiale.
     Così, ad esempio, come in USA il sorvolo ufficiale di Washington da parte di formazioni di UFO nel 1952 e in URSS l’inspiegabile "black out" della città-simbolo di Stalino (che portava il nome del creatore della potenza militare e nucleare sovietica) nel 1958 sarebbero stati di monito rispettivo per i due Blocchi costantemente sull’orlo di un nuovo conflitto, nel 1954 la formazione a croce sul Vaticano avrebbe simboleggiato la necessità per noi di rifarci ai valori di pace e di amore propri della cristianità avente il suo fulcro a Roma, e quelle sull’Inghilterra sarebbero state da interpretare in realtà come "U = Z", dove U, simbolo chimico dell’Uranio, indicherebbe le armi nucleari e Z, quale ultima lettera dell’alfabeto, la fine e dunque l’annientamento (per la nostra civiltà). Alieni non solo non interventisti ma anche pacifisti ed antinucleari, dunque?
   A parte ogni ipotesi ed illazione, Perego fu comunque preso più sul serio di quanto non apparisse (a cominciare da un Andreotti, lo stesso politico che nel 1979, in conseguenza della ben più ampia "Grande Ondata" del 1978, incaricò in via ufficiale l’attuale Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica Militare italiana di seguire istituzionalmente e continuativamente il problema nel nostro Paese) e la sua uscita di scena nel 1964, in quanto preposto dalla Farnesina all’incarico di console d’Italia a Belo Horizonte in Brasile, incubò la conseguente nascita del CUN del cui avvio furono incaricati dall’assemblea costituente del 26 settembre 1965 a Torino Giancarlo Barattini di Milano e Angelico Brugnoli di Verona, e che fu poi presieduto dall’amico fraterno di Perego comm. Mario Maioli di Bologna (1966).    Poi, nel 1967, la riunione dei Soci Fondatori (oggi fisicamente rappresentati solo dal presidente onorario Angelico Brugnoli e dal sottoscritto) per la definitiva costituzione legale con il relativo statuto ed il successivo e quasi trionfale 1° Congresso Nazionale di Riccione il 24 e 25 giugno nel ventennale della segnalazione di K. Arnold (menzionato da oltre 60 articoli di stampa e in contemporanea con uno "speciale" TV di Gianni Bisiach) sanzionarono il decollo del CUN.
    E, data la enorme quantità di eventi occorsi in quel 1954, non certo a caso proprio alla "ondata" di quell’anno il Centro Ufologico Nazionale dedicò poi nel 1977 il suo 2° Congresso Nazionale a Toscolano Maderno sul Lago di Garda, presenti delegati da Francia, Spagna, Romania e Argentina. Fu in quella sede che, con grande lungimiranza e anticipazione rispetto ai tempi, il CUN realizzò la prima analisi computerizzata della casistica di quella epica "ondata", individuando costanti e dettagli dell’incredibile fenomeno che aveva interessato il paese 23 anni prima.
    Ognuno dei circa 400 rapporti relativi agli altrettanti casi verificatisi all’epoca (certosinamente raccolti e schedati dalla Sezione CUN di Prato coordinata da Siro Menicucci), furono dunque trasformati in altrettante schede perforate dei grandi e ingombranti computers di allora, divenendo poi oggetto di attenta e sistematica elaborazione elettronica brillantemente coordinata dal compianto Pier Luigi Sani. Fu così che, oltre che nella coscienza del pubblico, sul fronte della ricerca sugli UFO il "mitico ‘54" fece anche da "apripista" alla analisi computerizzata della casistica ufologica in Italia. 
    Non fu e non è poco, e non potevamo non ricordarlo e commemorarlo com’era giusto e doveroso farlo nel riuscitissimo congresso nazionale che il CUN, presente il nostro amico e collega Gildas Bourdais dalla Francia, ha realizzato a Firenze il 20 novembre per l’occasione nella sala convegni del Dopolavoro Ferroviario fiorentino: quella stessa sede dove proprio 30 anni fa il Centro Ufologico Nazionale riunì, per coordinarli, i più validi rappresentanti dei tanti "gruppi di ricerca" indipendenti sugli UFO spontaneamente sorti un po’ dovunque a livello nazionale all’indomani di un’altra e successiva grande "ondata" italiana, quella del 1973: una riunione che gettò le basi dell’assetto del CUN attuale con le sue Sezioni regionali e locali ma anche dell’ufologia modernamente intesa in Italia. Per andare avanti ogni tanto occorre anche guardarsi indietro…"

      

La vetrina sede dell'allora sezione pratese del Centro Ufulogico Nazionale

Come riportato nell'articolo di Roberto Pinotti, abbiamo partecipato come sezione pratese del Centro Ufologico Nazionale, a questo lavoro con grande entusiasmo, per realizzare e trasferire i dati dalle schede della casitica Ufo al computer. Abbiamo effettuato così la prima analisi computerizzata, a livello italiano, dell'ondata del 1954 con i seguenti risultati:  

CONCLUSIONI

         Su un totale di 356 segnalazioni (corrispondenti ad un numero di poco inferiore di eventi) prese in esame dal Centro Ufologico Nazionale, constatiamo dunque che la casistica dei "flap" del 1954 risulta sostanzialmente concentrata nell'Italia centrale (Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Umbria e Lazio) con l'evidente tendenza ad estendersi al settore Lombardo-Veneto e Campano-insulare.
       In conclusione, la maggiore incidenza delle apparizioni è principalmente riferita, da un lato, allo scacchiere padano-adriatico con le grandi concentrazioni urbane dei Nord; e dall'altro a quello centro-meridionale tirrenico, collegato anche alle isole. In definitiva è stata comunque la zona tirrenica a trovarsi, quasi fosse ritenuta più interessante dalle misteriose presenze, ai centro degli avvistamenti. Nella sola regione Toscana risultano concentrati circa 1/4 dei casi del11ntero "flap".
     Non a caso, come e riferisce testualmente il comunicato ufficiale, rilasciato nell'ottobre del 1954, dal Ministero della Difesa Aeronautica "per quanto riguarda le notizie in possesso della nostra Aeronautica Militare, esse si limitano alle testimonianze di alcuni ufficiali d'Aeronautica che avrebbero visto, in occasioni diverse, questi oggetti anormali passare rapidamente nel cielo dei litorale tirrenico".L'elaborazione elettronica della casistica del "flap", quindi, conferma in pieno l'andamento che negli ambienti militari italiani già allora si riteneva il fenomeno avesse assunto.
  L'ondata italiana del 1954, a parte alcune sporadiche segnalazioni estive, ha i suoi prodromi nel corso della terza settimana di settembre. Il suo inizio risale però al 30, mantenendosi  sommessamente costante fino al 14 ottobre. E' da questo giorno che l'ondata esplode in un crescendo che giunge fino al 25 ottobre (46 segnalazioni), prendendo quindi a decrescere di intensità più o meno costantemente e giungendo lentamente ad esaurirsi verso la metà di dicembre.
   Comparandola con quella francese giorno per giorno, si ricava la netta impressione di trovarsi di fronte a due eventi paralleli ma complementari, apparentemente dominati dalla stessa logica e da analoghi aspetti quantitativi tutt'altro che casuali.Tutto ciò sembra contribuire sempre di più ad avvalorare l'idea che tutto il "flap" sia strettamente collegato a quello francese quasi contemporaneo e che, al pari di questo, risulti dominato da uno schema intelligente. Tale ipotesi, confermata in Francia di Michel con la scoperta della "ortotenia", è più difficile da verificarsi sulla casistica italiana, desunta solitamente da fonti di stampa sovente viziate, a differenza del materiale francese, dalle inesattezze frutto della improvvisazione e della scarsa professionalità del giornalismo italiano dell'epoca. Per questo abbiamo preferito, per il momento, evitare qualsiasi interpretazione ortotenica.
   Quanto disponiamo, peraltro, ci consente di sottolineare il carattere prevalentemente ricognitivo del "flap" italiano.L'incidenza degli "incontri ravvicinati di tipo III" (CE III) riferiti all'attività di occupanti al suolo è minima (solo 15 casi, contro i 46 francesi coinvolgenti oltre 80 entità associate agli UFO atterrati), al pari di quella degli "incontri ravvicinati di tipo Il (caratterizzati da effetti vari indotti dagli oggetti volanti).
      Per contro, il carattere ricognitivo dell'ondata italiana risulta confermato dall'alta percentuale di avvistamenti ad alta quota, con prevalenza di quelli diurni su quelli notturni. Resta tuttora da verificare l'ipotesi avanzata dalla stessa Aeronautica Militare Italiana nel comunicato ufficiale del 1954, secondo cui le apparizioni ufologiche di quel periodo avrebbero avuto la tendenza a verificarsi nelle ore crepuscolari (prossime all'alba e al tramonto), ideali per distinguere meglio da alta quota il paesaggio sottostante nel quadro di un'attività strategica di ordine ricognitivo-spionistico.
  Anche ammettendo il carattere spurio di alcuni dati da noi presi in esame, il quadro d'insieme non risulta alterabile. Questo primo lavoro di équipe, frutto di quella ufologia italiana di cui il Centro Ufologico Nazionale si è da tempo fatto portavoce ed interprete, è forse suscettibile di parziali modificazioni ed integrazioni, oggi che la Sezione Ufologica Fiorentina ha accettato di metterci a disposizione i casi del 1954 archiviati e verificati per la seconda parte del loro volume UFO IN ITALIA ai fini di un supplemento di analisi.
  In ogni caso, questo lavoro ha per gli "addetti ai lavori' italiani un'importanza storica. Acquisendo finalmente la ormai indispensabile professionalità richiesta dalla ricerca ufologica d'avanguardia, anche l'Italia ha oggi qualcosa di importante da offrire all'ufologia internazionale.

 Tratto da: Notiziario Ufo n.75-76 Luglio dicembre 1977 

 


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