Carlesi Riccardo,Monsignore

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Nato a Prato il 4 settembre 1869 +Prato, 9 gennaio 1932.Aveva studiato presso il Liceo Ginnasio "Cicognini".Seguì la sua vocazione al Sacerdozio.Fu nominato Vicario generale della Diocesi di Tivoli.Divenne vescovo di Sovana e Pitigliano e in seguito trasferito nella diocesi di Cortona. Mons. Riccardo Carlesi si adoperò presso il pontefice Benedetto xv affinchè venisse ingrandita la Diocesi di Prato.

Dati anagrafici: Comune di Prato, Ufficio Stato civile. Atto N.1232 p.I anno 1869.
Atto anno 1932 p.1 n.20.

 

Giornale del Mattino 12 marzo 1962

Mons.Riccardo Carlesi: 1869-1932 (Fonti:Francesco de Feo "Maestri e Scolari del Seminario di Prato" Profili biografici. Firenze.Stamperia Editoriale Parenti.1985.pp.127-130.Biblioteca Roncioniana.)
« Questo Sacerdote, che voi conoscete e che la Chiesa, onorandone i meriti e le virtù, oggi ha sollevato al grado sublime dell'Episcopato, questo Sacerdote è l'opera, ad un medesimo tempo, della Grazia e di una donna; di una mamma santa ». Con queste parole il Card. Alfonso Mistrangelo, Arcivescovo di Firenze, elogiava il sac. Riccardo Carlesi, dopo averlo consacrato Vescovo nella Cattedrale di Prato il 3 settembre 1916. Il riferimento alla « mamma santa » non era casuale o retorico: Riccardo Carlesi, nato a Prato il 4 settembre 1869 da Pietro e da Emilia May, terzo di dieci figli, cinque dei quali consacrati al Signore nel chiostro o nel mondo, era vissuto in una famiglia veramente esemplare, un vero santuario per la consuetudine di preghiere e di letture cristiane. In un ambiente così pregno di spiritualità, la sua vocazione al sacerdozio fu accolta come una bendedizione, favorita e agevolata. Il Carlesi studiò nel Seminario pratese, « una fucina... di vera pietà », come disse Mons. Giuseppe Gori, allievo di Giovanni Bacci, di Oreste Morganti, di Giovacchino Pelagatti, di Enrico Mazzoni. Sacerdote dal 4 aprile 1892, subito fu incaricato delle funzioni di vice parroco della Chiesa di S. Maria delle Carceri e per otto anni svolse la sua attività tra il pulpito e il confessionale, con zelo veramente ammirabile. Ma il « curativo » delle Carceri, come erano soliti chiamarlo anche a causa della sua esile figura, non trascurava gli studi: nel novembre del 1900 si laureava con il massimo dei voti in sacra teologia presso L'Università di S. Apollinare di Roma; alla morte del can. Pelagatti veniva nominato Maestro di Sacra Scrittura nel Seminario di Prato, e poco tempo dopo, in seguito alla morte del can. Ferdinando Giannini, veniva chiamato all'insegnamento anche della teologia dogmatica. Appresa la lingua ebraica, fu presto in grado di insegnare Ermeneutica ed esegesi biblica: uno dei suoi allievi sarà Francesco Piccardi,
« Dell'oratore sacro — racconta il suo biografo Paolo De Tóth — Monsignor Carlesi possedette tutte le doti, cui la meditazione e lo studio erano venute sviluppando meravigliosamente; per cui, sebbene costretto talora ad improvvisare, i suoi discorsi erano nullameno sempre ricchi di concetto e inappuntabili nella forma ». E a Prato, come nelle sedi episcopali, « volle essere e rimase, unicamente, come il Battista, una voce di Cristo ». Dal 1908 fu anche « direttore di spirito » del Conservatorio di S. Niccolò, cumulando quell'incarico con l'insegnamento religioso nelle scuole inferiori e superiori dell'educandato; erano i tempi dell'attuazione dei decreti di Pio X sulla prima Comunione dei fanciulli e il Carlesi, nell'intento di attuarli con la più scrupolosa diligenza, completava l’insegnamento del catechismo con lo studio della storia sacra e della liturgia.
Per alcuni anni fu Vicario generale del Vescovo di Tivoli, Mons. Gabriele Vettori; trasferito questi alle sedi episcopali di Pistola e Prato, quando il Carlesi già presagiva  di ritornarsene a Prato, veniva nominato Vescovo da, Benedetto XV e destinato alla diocesi di Sovana e Pitigliano, nella quale, dopo la consacrazione da parte del Card. Mistrangelo, fece ingresso solenne il 17 dicembre 1916. Con entusiasmo e fervore portò un soffio di nuova vita in quelle parrocchie: visite pastorali, predicazioni, catechismi: e presto la sua costanza ebbe ragione dello stato di profonda desolazione nel quale versava la vasta diocesi.
Il 23 maggio 1923 Pio XI trasferiva Mons. Carlesi alla sede episcopale di Cortona, dove poté fare il suo ingresso solo il 24 febbraio dell'anno successivo. E anche a Cortona cominciò a svolgere la sua attività di pastore con entusiasmo: nel 1925 volle che si organizzasse il primo Congresso Eucaristico cortonese nell'occasione di celebrare il VI centenario della erezione della Diocesi (1325); ebbe per tema Il regno di Gesù Cristo nelle anime per mezzo dell'Eucarestia, e riscosse un successo superiore ad ogni previsione. Un intero anno, poi, volle dedicare alla preparazione della celebrazione del secondo centenario della canonizzazione di S. Margherita, la Santa di Cortona; celebrazione che ottenne frutti abbondanti « perché non solo dalla Diocesi, ma da ogni parte d'Italia numerosi pellegrinaggi salirono il colle della Santa Protettrice di Cortona, numerose conversioni si ottennero per la intercessione della detta Santa, tanto che alla fine del faticoso, specialmente per lui, centenario, Egli dovette esclamare: ' Cortona ha dimostrato di amare la sua Santa come essa desidera e vuole essere da lei amata ed onorata: il Signore è stato veramente glorificato ' ». Frutto perenne di quella celebrazione, fu l'elevazione, ottenuta dalla Santa Sede, del Santuario al grado e all'onore di Basilica.
Le fatiche per la conduzione della Diocesi e la mancanza di riguardi, cominciarono a farsi sentire sulla sua salute sin dal 1929; pur gravemente ammalato, continuò ad occuparsi del governo spirituale della Diocesi: trasportato a Prato per un ultimo tentativo di cura, moriva il 9 gennaio 1932, nell'abitazione del fratello medico, dott.Alfonso.
Prato deve all'interessamento di Mons. Carlesi l'ampliamento del territorio della sua diocesi, che era stato proposto alla Santa Sede sin dal 1908: con la sua mediazione, e per volere espresso di Benedetto XV (Giacomo Della Chiesa, che vantava l'origine pratese della sua mamma), furono « restituite » alla Diocesi di Prato 27 parrocchie della Diocesi di Pistola e 12 di quella fiorentina, secondo una più naturale suddivisione territoriale. Era un passo notevole verso quell'autonomía della Diocesi pratese, che sarà conseguita solo nel 1954 per il personale intervento di Pio XII e la generosa comprensione della Santa Sede.

* Nella solenne consacrazione episcopale di Afons. Riccardo Carlesi, « L'Amico del popolo », di Prato, IX (1916), n. 32; S.E. Mons. Riccardo Carlesi, « Bollettino diocesano pratese », XIV (1932), pp. 13-18.

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