Costantini Giovanni

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Prato, 2 dicembre 1820+Prato,10 marzo 1853. Studiò presso il collegio Cicognini.Si laureò presso l'Universita degli Studi di Pisa.Avvocato.Sposò la poetessa Ada Benini.E' tumulato nella chiesa di San Domenico.

Costantini, Giovanni
(Prato 1820 - Firenze 1853)
Giovanni Costantini nacque a Prato il 2 dicembre 1820, primogenito di Pietro e Maria Benini che gli permisero di crescere in un ambiente altamente stimolante: quello dell'elite intellettuale pratese tra il salotto letterario di casa Benini e le avanguardie pedagogiche del Collegio Cicognini. Il Silvestri reggeva infatti il Collegio quando Giovanni vi entrò e come maestri ebbe I'Arcangeli, il Camici e il Vannucci che si affezionarono a questo allievo che passava la notte sui classici, scriveva versi come un poeta affermato e che a soli quindici anni conosceva già la Divina Commedia a memoria. Non ancora sedicenne lasciò il Collegio Cicognini per trasferirsi a Pisa all'università tra l'emozione dei maestri che gli restarono vicini per tutta la vita. Qui iniziò lo studio del diritto innamorandosi della disciplina e dei suoi autori e divenne uno degli alunni più amati e apprezzati del celebre giurista Federigo Del Rosso, a cui piaceva aprire la sua casa e discutere le proprie dottrine con gli studenti più dotati. Le lettere comunque restavano sempre al centro dei suoi interessi e con facilità passava dai ritrovi di severi giuristi a quelli più dilettevoli e filosofici in casa di Ridolfo Castinelli. Rispetto alla moda poetica del periodo, di fronte alla nuova Arcadia piena di gemiti e di singhiozzi, Giovanni preferiva una letteratura che potesse nutrire il popolo con i suoi insegnamenti ed esempi di virtù. L’occasione per mettere in pratica quanto sperato gli si offerse con l'Accademia degli Infecondi che nel 1839 aprì le porte a giovani come il Costantini innamorati della storia patria e della letteratura. Durante il periodo degli studi pubblico svariati componimenti d'occasione in raccolte come l'Inno alla Vergine (in Corona di componimenti poetici per la solenne incoronazione della miracolosa immagine di Maria SS. detta delle Carceri, Prato, Giachetti 1836) o l'epistola in versi sciolti Per le nozze del D. Francesco Franceschini (in Per le fauste nozze del dottore Francesco Franceschini colla nobil donzella Giulia Cecchi: tributi d'amicizia, Prato, Pontecchi 1839). Compose e lesse all'Accademia degli Infecondi nel 1839 la Biografa di Giovambatista, Giuseppe Maria e Andrea Casotti che fu inserita nel settimo volume della Biografia degl'italiani illustri del De Tipaldo (Venezia, Alvisopoli 1840). Nel giugno del 1840 raggiunse a Roma l'avvocato Benini suo zio e la cugina Ebe per una vacanza nella città eterna; ma alle grandiose vestigia sembrava preferire i suoi affetti pratesi e decise di tornare per svolgere gli anni di pratica a Firenze (1840-1844). Nel giugno del 1844 fu iscritto all'albo dei procuratori e sentì tutta la dignità del suo nuovo incarico, distinguendosi per onestà, cultura e preparazione. La responsabilità della professione non gli permise di terminare la traduzione della Bibliografia Dantesca del Colomb de Batines e dopo aver terminato i primi due volumi dovette cedere la traduzione del terzo a un amico. Accettò la proposta dell'avvocato Salvagnoli (fondatore anche della rivista “La Patria”, su cui Costantini scriveva) di collaborare con il suo studio. Si sposò con Ada Benini il 6 ottobre del 1852, ma, ammalatosi, morì, prematuramente, il 10 marzo 1853.

Fonti: La cultura letteraria a Prato dal Medioevo all'Ottocento. Dizionario a cura di Giovanni Pestelli. Piano B Edizioni, 2011. pp.123-124 - Gruppo Bibliofili pratesi "Aldo Petri"


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