12 Aprile 2014.Palazzo Pretorio - La riapertura

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A Centro Ricerche Prato

Palazzo Pretorio

Dopo 20 anni, il 12 aprile, la riapertura

Comunicato Stampa 1

Troppo a lungo Prato è stata privata di Palazzo Pretorio e dei capolavori della collezione del suo Museo, perdendone anche la consapevolezza e l'orgoglio: da sabato 12 aprile i pratesi e i turisti potranno finalmente ammirare di nuovo un patrimonio di bellezza, costruito in secoli di storia.

Capolavori di Bernardo Daddi, Giovanni da Milano, Lorenzo Monaco Filippo e Filippino, del Poppi, di Alessandro Allori e Santi di Tito, di Battistello Caracciolo e Cecco Bravo, di Lorenzo Bartolini, saranno valorizzati dal nuovo allestimento firmato dagli architetti Adolfo Natalini, Piero Guicciardini e Marco Magni: hanno interpretato al meglio le esigenze di qualità e flessibilità richieste dall'amministrazione comunale, mettendo in luce anche la bellezza del palazzo.
Il mondo della cultura e del turismo ritrova così una meta fondamentale per chi visita la Toscana.

Il percorso espositivo sarà tracciato anche dai particolari tessuti impiegati: un richiamo ai materiali classici degli allestimenti storici e allo stesso tempo il simbolo di Prato. Le tinte individuate corrispondono a sfumature insolite e sorprendenti, contenute e calibrate in relazione alla natura delle opere esposte, che sono piene di colore.

Non mancheranno gli apparati informativi e di comunicazione, grazie agli strumenti multimediali, collocati in posizioni evidenti, ma non invasive. Sono inoltre previste videoproiezioni di grande suggestione, sulla storia di Palazzo Pretorio e in omaggio alla Sacra Cintola, con la ricostruzione virtuale degli affreschi di Agnolo Gaddi in Duomo.
Non solo. Accanto ai dipinti e alle sculture patrimonio della città, il Pretorio potrà ospitare altre mostre, quindi nuove occasioni di cultura e di scoperta, grazie alla rete di collaborazioni intrecciata con Musei di primaria importanza.

Roberto Cenni, Sindaco di Prato, nell’annunciare l’imminente riapertura di Palazzo Pretorio afferma: “Restituire alla città il Pretorio era una delle nostre priorità: troppo a lungo i pratesi erano stati privati di questo straordinario palazzo e dei tesori della collezione del Museo. A questo obiettivo tanti hanno lavorato con passione, a cominciare dagli staff degli assessorati alla cultura e ai lavori pubblici Roberto Caverni, assessora lavori pubblici La città può e deve coltivare l'ambizione di essere un luogo bello da scoprire e visitare: la mostra sul Rinascimento pratese conclusa tre mesi fa ne è stata una grande conferma”.

“Palazzo Pretorio – chiosa Anna Beltrame, assessore cultura - torna così ad essere lo scrigno dei tesori della città, il fulcro della sua vita culturale, ma anche il luogo magnifico nel quale sognare e costruire per Prato la forza di una nuova speranza”.



 Palazzo Pretorio

 Dopo 20 anni, il 12 aprile, la riapertura


Comunicato Stampa 2

Palazzo Pretorio: patrimonio recuperato alla Città

Dopo quasi 20 anni, l’11 aprile 2014, Palazzo Pretorio, monumento simbolo di Prato, sarà integralmente restituito alla città. In questi anni è rimasto chiuso per evidenti problemi alle strutture.
Gli interventi di restauro e di adeguamento dell’edificio agli standard internazionali fissati per la conservazione delle opere d’arte (il Palazzo Pretorio torna infatti alla funzione di Museo che già aveva dal 1912) si sono rivelati piuttosto complessi.
Il Palazzo ha assunto le sue forme attuali tra il ‘200 e il ‘300, conglobando tre edifici preesistenti. Nella trama dell’architettura è ancora possibile distinguere le diverse parti originarie, magistralmente unite nella nuova costruzione.
L’edificio medievale, voluto come sede del Podestà cittadino, della magistratura e delle prigioni, venne rimaneggiato in epoca cinquecentesca anche a causa di un parziale crollo.
Mutando, in parte, le funzioni, mutò anche la suddivisione degli spazi interni: i grandi ambienti di rappresentanza e di incontro vennero suddivisi in vani più piccoli.
Poi il terremoto del 1899 e i nuovi danni all’edificio.
La rinascita risale al 1912, quando Palazzo Pretorio venne destinato a Museo Civico, funzione che ha adempiuto sino al 1997 quando, davanti alle evidenti esigenze di restauro, le opere furono provvisoriamente esposte nel vicino Museo di Pittura Murale. Fra queste i capolavori di Filippo e Filippino Lippi, Fra’ Diamante e Donatello, protagonisti della mostra di settembre.
Oltre che adeguare l’intero edificio alle nuove esigenze di fruizione e di conservazione, il restauro voluto dall’Amministrazione Comunale e che con riapertura del Museo giunge al suo completamento anche funzionale, ha messo in sicurezza la parte muraria ed ha riportato all’antica bellezza gli stemmi dei podestà affrescati alle pareti ed i meravigliosi soffitti lignei dipinti, tra i più belli in Toscana.
Le opere che qui ritrovano casa godono di ambienti a norma per climatizzazione e per ogni altro aspetto collegato alla salvaguardia. Il pubblico può così ammirarle in un nuovo e innovativo allestimento, in un museo dotato dei servizi per la didattica, l’accoglienza e la comunicazione multimediale. A “firmare” il progetto del nuovo allestimento, promosso dal Comune di Prato, gli architetti Adolfo Natalini, Marco Magni e Piero Guicciardini.


Palazzo Pretorio
Dopo 20 anni, il 12 aprile, la riapertura

Comunicato Stampa 3

Un Museo di straordinari capolavori
dal grande ‘400 al Novecento di Soffici e Lipchitz

Dal 12 aprile, dopo quasi 20 anni di “esilio”, le opere della collezione del Museo di Prato tornano a casa, nello splendido Palazzo Pretorio.
La città ritrova così il proprio patrimonio di storia e di bellezza, con le opere di Bernardo Daddi, Giovanni da Milano, Donatello, Filippo e Filippino Lippi, le grandi pale d'altare dipinte ad esempio da Santi di Tito e Alessandro Allori, la gipsoteca di Lorenzo Bartolini.
Il mondo della cultura e del turismo ritrova una meta fondamentale per chi visita la Toscana.

Opere e Palazzo vengono parimenti valorizzate dall’originale allestimento firmato dagli architetti Adolfo Natalini, Piero Guicciardini e Marco Magni che hanno scelto di utilizzare nel percorso allestititivo dei materiali, i tessuti, che sono simbolo di Prato.

Il percorso di visita inizia dal piano terreno del medievale Palazzo, piano dedicato all’accoglienza e ai servizi di sussidio alla visita, guardaroba e bookshop. Ma qui già inizia il percorso, proponendo la conoscenza dell’importante “contenitore”, ovvero del Palazzo e della sua storia. La seconda sala ospita una grande linea del tempo che illustra le date più significative della storia di Prato, dall’insediamento etrusco di Gonfienti fino alla riapertura di Palazzo Pretorio. Nello stesso spazio sono esposte opere e oggetti che raccontano simbolicamente la storia della città e preparano alla visita delle sezioni successive.
Due grandi sale con volte a crociera sono destinate alle mostre temporanee.
La storia delle collezioni apre il percorso museale del primo piano: la prima sala è dedicata alla preziosa reliquia della Sacra Cintola conservata nella cattedrale, con una suggestiva ricostruzione virtuale degli affreschi di Agnolo Gaddi nella cappella della Cintola in Duomo, le tavole di Bernardo Daddi, Agnolo Gaddi e di altri autori del tardo Trecento.
Il grande salone che anticamente ospitava il tribunale oggiAggiungi un appuntamento per oggi accoglie le opere più importanti del Museo: gli splendenti polittici tardogotici, tra cui la grandiosa macchina d’altare di Giovanni da Milano, e i capolavori di Filippo Lippi e dell’Officina Pratese.
Un’altra sala è dedicata a Filippino Lippi, il più grande dei pittori pratesi e ad altri maestri del tardo Quattrocento e del primo Cinquecento, come Botticini, Raffaellino del Garbo e Luca Signorelli. L’ultima sala ospita pregevoli esempi di scultura rinascimentale, tra le quali una mirabile opera di Donatello.
Il primo mezzanino, che si trova tra il primo e il secondo piano, ospita l’aula didattica del Museo e una grande proiezione con la Storia di Palazzo Pretorio.
Il Salone del secondo piano è dedicato ad una selezione di pale di grandi dimensioni dei secoli XVI-XVIII provenienti in prevalenza dalle chiese e dai monasteri della città, tra queste opere del Poppi, di Mario Balassi e di Domenico Ferretti, oltre alle tre bellissime tavole di Santi di Tito e di Alessandro Allori, acquisite dal Museo nel 2012 grazie al lascito testamentario di Angela Riblet.
Le altre sale sono dedicate alla pittura del Cinquecento e del Seicento, con opere, fra gli altri, di Giovan Maria Butteri, Giovan Battista Naldini, Battistello Caracciolo, Cecco Bravo, Mattia Preti e Nicola Malinconico.
Un secondo Mezzanino si trova tra il secondo ed il terzo piano. Qui sono esposte alcune delle opere che fanno parte della collezione Martini, acquisita dal Comune nel 1895 dallo Spedale della Misercordia. La selezione di dipinti, eseguiti tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento, ricrea l’effetto della quadreria settecentesca.
Infine il terzo piano. Qui la prima sala ospita una selezione dei disegni del grande scultore di origini pratesi Lorenzo Bartolini e dei cartoni preparatori del pittore pratese Alessandro Franchi.
Nel grande salone è esposta l’importante raccolta di opere di Bartolini: modelli di sculture, tra cui la Fiducia in Dio, ritratti in marmo e gesso. Vi trova collocazione anche una scelta di dipinti di autori dell’Ottocento, tra cui Von Sturler e i pratesi Luigi Mussini e Antonio Marini. Il Novecento è rappresentato da Ardengo Soffici e dai pittori della Scuola di Prato.
A Jacques Lipchitz è dedicato uno spazio particolare: quattro sculture selezionate dal nucleo di 21 modelli in gesso e 43 disegni donato al Comune nel 2011 dalla Fondazione Lipchitz, illustrano l’intero percorso artistico del grande artista di origine lituane.
Un percorso, quindi lungo una linea ininterrotta che parte dal Rinascimento Pratese, che grazie all’Officina createsi intorno al cantiere del Duomo, anticipò quello fiorentino e sino all’intero Novecento. Con un occhio di naturale riguardo all’arte e agli artisti che a Prato vissero e operano ma, in parallelo una apertura al mondo, com’è testimoniato dal nucleo, unico per importanza in Italia, di sculture e disegni del grande maestro lituano-franco-statunitense Lipchitz.
Il Museo idealmente travalica gli spazi di Palazzo Pretorio per estendersi in tutto il nucleo storico di Prato, dal vicino Duomo, a chiese e Palazzo di una città che è stata grande e che è oggiAggiungi un appuntamento per oggi una città d’arte tutta da riscoprire.  

 


 http://www.lanazione.it/prato/cronaca/2014/04/11/1051903-palazzo_pretorio_torna_splendere_museo.shtml 

 

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