Prato Rinascimentale

Stampa

PRATO RINASCIMENTALE

di Gianna Picchi


Alla fine del 1300, erano rimasti numerosi spazi vuoti  fra la seconda e la terza cerchia di mura , in quanto la città non aveva avuto lo sviluppo urbanistico che era stato previsto ma anche se si stava vivendo un brutto periodo di decadenza economica questo,per fortuna, non si ripercosse sulla vita artistica e culturale della città.
Le famiglie ricche trasformarono le loro  semplici e tetre abitazioni medioevali in ampi palazzi ,ricchi di affreschi,con ampie stanze ed eleganti scalinate. Il Comune approfittò di questa situazione allargò le strade, ingrandì le piazze ed abbellì le chiese e i monasteri.
 

La copia del Pulpito di Donatello, Cattedrale di Santo Stefano.

Nel 1438 fu collocato sull'angolo della facciata esterna della Pieve di S.Stefano il pulpito,eseguito da Donatello,che permetteva di celebrare, l'otto settembre, l'ostensione della Sacra Cintola.In seguito furono affrescate le cappelle dell'Assunta e quella Maggiore,le cui decorazioni furono affidate a Filippo Lippi.
Nei conventi di S.Francesco e S.Domenico furono aggiunti due nuovi chiostri.Il chiostro di S.Francesco fu realizzato a spese del ceppo del Datini che volle in seguito,essere sepolto all'interno della stessa chiesa.

Il Chiostro di San Domenico

Il Chiostro di San Francesco

Grande importanza urbanistica l'ebbe la costruzione di Santa Maria delle Carceri, che fu edificata in seguito ad un avvenimento miracoloso accaduto nel 1484. Narra la leggenda che un bambino passando davanti alle carceri dette Stinche,poste nel luogo dove adesso si trova la chiesa,vide che l'immagine della Madonna, dipinta su una finestra, si staccava da questa e si inginocchiava davanti al Bambino Gesù, che prima teneva in braccio. In conseguenza di questo fatto miracoloso,Lorenzo dei Medici incaricò Giuliano da San Gallo di costruire una basilica in quello stesso luogo. 

La Basilica di Santa Maria delle Carceri.

Prato, dopo che era stata venduta, da Giovanna d' Angiò regina di Napoli, ai fiorentini (metà del 1300) aveva cercato in ogni modo,anche se questi le avevano lasciato una discreta libertà, di recuperare l'indipendenza perduta ma tutti i tentativi erano miseramente falliti.
La città si ribellò di nuovo ai Medici quando questi furono cacciati da Firenze. Purtroppo le sorti di Prato erano legate a quelle della Francia che combatteva contro la Spagna per avere il predominio in Italia.L'esrcito spagnolo,guidato da Raimondo da Cordona e accompagnato dal cardinale Giovanni ,di Lorenzo dei Medici,scendendo giù da Bologna,si fermò davanti alle mura di Prato e il 28 agosto 1512; le truppe spagnole penetrarono nella città e per ventun giorni la misero a ferro e fuoco. A causa del sacco,del dominio mediceo e di una pestilenza,Prato visse un periodo di forte fermo demografico,politico e sociale.
Il granduca Cosimo,vista la facilità con la quale i mercenari spagnoli avevano sfondato le mura,consigliò l'architetto Buontalenti di rinforzarle. Vennero così costruiti due bastioni ed una piattaforma,naturalmente tutto spese dei pratesi.
Non vennero costruiti,per un certo tempo,nuovi edifici ma ristrutturati e trasformati quelli già esistenti.Si riscoprì e si approfondì il sentimento religioso,principalmente il culto della Madonna.

 

Santa Maria del Soccorso

Santa Maria della Pietà

Vennero edificati nuovi santuari a lei dedicati come quello di Santa Maria del Soccorso e all'inizio del 1600 quello di Santa Maria della Pietà,in luoghi in cui si credeva che la Madonna avesse compiuto dei miracoli.

 

La Basilica di San Vincenzo

Furono costruiti altri monasteri,soprattutto di suore,tra questi quello di San Vincenzo,dove visse nel 1500 Caterina dei Ricci.
Anche nel ' 600 ci si limitò ad eseguire trasformazioni edilizie piuttosto che edificare nuove costruzioni, a parte alcuni palazzi come quello Buonamici e delle Scuole. Nella piazza fra i due palazzi fu collocata la fontana del  Bacchino di Ferdinando Tacca.
 

 

La Fontana del Bacchino

Su iniziativa del Ceppo Vecchio furono costruite in piazza Mercatale le prime "Case Nuove"; un esempio di abitazioni popolari eseguite in un'unico blocco e non in piccole unità edilize come si erano avute fino ad ora.

Contributi: Storia della città di Prato.Museo Civico di Prato.Sezione Didattica.

Documentazione fotografica:Archivio CRP 

Torna su

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalita illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di piu o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti ad un utilizzo dei cookie.
Per saperne di più sui cookie che utilizziamo e come eliminarli, premi su privacy policy.

Se accetti i cookie chiudi questo popup.