Pietro del Morrone eletto Papa (1294)

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 P a p a   C e l e s t i n o   V


      P i e t r o    A n g e l e r i o

(P i e t r o   d e l   M o r r o n e)


 Pietro del Morrone eletto Papa  

 

5 Luglio 1294 Pietro scrive al Cardinale Latino Malebranca, decano del Collegio e suo amico personale, una lettera molto dura. Se i Cardinali non eleggeranno il pontefice"L'ira di Dio sarebbe presto traboccata.." Di fatto l'eremita del Morrone è conosciuto ai più e questa sua accorata richiesta, come per incanto, ha l'effetto di mettere tutti d'accordo.Uno dopo l'altro votano all'unanimità l'umile frate. Pietro è Papa. 

I cardinali sono turbati e designano all’unanimità Pietro Del  Morrone al di la delle parti e senza interessi politici alla più alta carica pontificia.

   Sembra veramente prossima la realizzazione della profezia di Giacchino da Fiore“ Un Pastore Angelicus per l’età dello Spirito Santo !! “ Erano ben 27 mesi che il soglio di Pietro era vacante e dal 1261 al 1291, nell’arco di trenta anni, si erano succeduti ben 10 Papi. Solo nel 1276 vengono eletti 4 pontefici.
       
I Cardinali elettori di Pietro Angelerio:  
Giacomo Colonna, Pietro Colonna, Napoleone Orsini, Latino Malebranca, Benedetto Caetani, Matteo Rosso Orsini, Giovanni Boccamazza, Gerardo Bianchi,  Matteo D’Aquasparta, Pietro Peregrosso, Ugo Aycelin de Billom.

11 Luglio 1294 Cinque legati pontifici partono da Perugia, per comunicare a Pietro del Morrone l’avvenuta elezione.

12 Luglio 1294 Da Melfi si muove la delegazione Angioina, la guida Carlo II con a fianco suo figlio Carlo Martello.

16 Luglio 1294 L'esultanza della gente per il vecchio eremita diventato papa è incontenibile.Già fin dalla prima mattina del 16 Luglio numerosi curiosi e fedeli affluiscono verso l'eremo dove è diretta anche la delegazione Apostolica e del Re che, giunta al calar del sole, preferisce tornare a Sulmona e salire da Pietro l'indomani.

17 Luglio 1294 Quando i delegati iniziano la salita che porta all'eremo di S.Onofrio, questa è così affollata da uomini donne e bambini che a malapena riescono a passare.

Il cardinale Jacopo Gaietani Stefaneschi presente all'incontro riporta:
“Irsuta e bianca avea la barba, mesto e pallido il viso, scarne le guance e  le membra per il digiuno; i suoi occhi  neri e incavati non davano più lacrime, ma mostravano di averne sparse tante, e annunziavano la pace serena di quell’anima innamorata di Dio. La dimora e il volto venerando, l’abito austero e l’austero portamento lo dicevano beato. Più attoniti di Pietro rimasero i prelati, i quali, presi da venerazione per lui, si scoprirono il capo e gettaronsi  bocconi a terra. Poi, nudatosi il capo, cadde ginocchioni a terra anche l’umile eremita”. 
 Opus Metricum, in F.X.Seppelt.Monumenta Coelestiniana.Padermon 1921. 

" Era l’ora nona quando Bertand De Got, a cui era stato affidato il ruolo di portavoce della delegazione si avvicino al vecchio, non senza un palpito di trepidazione gli porse la lettera dei cardinali e il decreto di elezione, e poi ben sapendo che Pietro non era per nulla entusiasta di essere stato messo al centro di quella vicenda iniziò a saggiare le sue intenzioni supplicandolo, “ in nome del popolo languente “ come riferito dallo Stefaneschi ….” Dopo avere ascoltato in religioso silenzio Pietro disse: “ Ecco che mentre le anime degli altri governo, perdo la mia.“ Chiede il permesso di  ritirasi per meditare. Ma ormai non c’era nulla da fare, la sua croce era là, doveva accettare !! “ non poteva respingere  un ordine emanato direttamente dallo Spirito Santo“. Uscì dunque dalla spelonca : “Accetto il Pontificato” disse con voce soffocata dal pianto e dalla disperazione “ e  acconsento all’elezione. Mi assoggetto al vostro desiderio per non oppormi  alla volontà del Signore e per non mancare alla Chiesa la sua guida. Che Iddio non mi abbandoni “. Dal piazzale  antistante qualcuno lanciò un segnale alla  folla, e un boato di esultanza echeggiò per la sconfinata valle di Peligni: “Fra Pietro è Papa ! Fra Pietro è Papa!" 
(10) Pag.163/164 Il Papa Santo Celestino V. S. Pietro a Maiella. Di Antonio Grano. Tullio Pironti Editore.2001.

"In un angolo, d’improvviso, scorse Roberto di Salle che lo fissava. Andò verso di lui, gli prese le mani fra le sue e gli chiese, tornando a chiamarlo con il nome che il giovane frate aveva prima di prendere il saio:“ Santuccio, vuoi seguirmi? “. Roberto di Salle scosse il capo , in segno di diniego: “ Perdonami, Padre, ma io non verrò. Resterò qui, a pregare per te, nella solitudine e nel silenzio che mi hai insegnato ad amare”. Pietro capì, sorrise e lo segnò di croce sulla fronte. Poi uscì sullo spiazzo che fronteggiava la spelonca e disse:“ Andiamo”.
(79) Pag.120  Celestino V il fascino e le ragioni del "gran rifiuto" al potere. Di Ottorino Gurgo. Editoriale nuova. Milano.1982. 

21 Luglio 1294 Pietro del Morrone invia la lettera di risposta per l’accettazione della sua elezione.

25 Luglio 1294 Re Carlo D'Angiò e suo figlio Carlo Martello con il seguito di Cardinali partono in corteo dall’eremo di S. Onofrio, per portare il novello papa nella città dell'Aquila per la sua investitura.
A dorso di un asinello Pietro scende a Sulmona per celebrarvi la Messa pontificale. Durante questo tragitto il futuro papa Celestino è attorniato da tanta povera gente che lo osanna e lui non la delude, elargendo miracoli.   

26 Luglio 1294  All’alba del giorno seguente il corteo riprese il cammino lngo la valle dell’Aterno e, per il tratturo che costeggia il fiume, giunse nel borgo di Acciano (Aczano) ove sostò presso la chiesetta chiamata della “ Santità”.
"Qui il Santo Padre, dopo essersi raccolto in preghiera, liberò con la benedizione da malo caduco (epilessia) Doricello, figlio di Berardello di Giordano, come riferiscono i testimoni Valletta e  Odorisio di Acciano.“
(99) Pag.42  Da Sulmona all'Aquila con Celestino V. Il memorabile itinerario dell'eremita del Morrone. Di Emilio Cerasani. Tip. Labor.

 27 Luglio 1294 Il corteo giunge all’Aquila, verso l’ora dei vespri, fra ali di folla plaudente e si ferma a Collemaggio dove Pietro è accolto con grande gioia dai suoi frati.

30 Luglio 1294  Carlo II ordina, in un suo privilegio, che a Matteo D’atri, nominato maestro Ostiario e “familiare” del Pontefice, sia corrisposto lo stesso stipendio del Maestro Razionale.

31 Luglio 1294 Carlo II pone sotto la sua protezione tutti i monasteri e le chiese dipendenti e soggette a  S. Spirito del Morrone.

   Tolomeo da Lucca scrive: “ Era ingannato dai suoi officiali circa le grazie che si facevano, delle quali egli non poteva avere notizie, e per l’impotenza della vecchiaia perché era in età decrepita, e  per l’inesperienza di governo quanto alle frodi e agli inganni degli uomini, nei quali molto valgono i curiali. Infatti, si trovarono alcune grazie fatte a tre o quattro e più persone e pergamene vuote con il bollo papale ”(inveniebantur membrana etiam vacua sed bullata."
-Tolomeo da Lucca Chronicon-Rerum Italicarum Scriptores, XI-

10 Agosto 1294 "Muore a Perugia il cardinale Latino Malebranca, decano del Sacro Collegio, amico di Pietro che attendeva con grande ansia all’Aquila per la sua incoronazione. Scrive di lui Tolomeo da Lucca:“ Fu uomo di grande religiosità e santità ed era stato unito a Pietro da un particolare sentimento di devozione. Da quando era venuto a conoscenza di lui, tutti gli anni gli offriva speciali aiuti caritatevoli e allo stesso modo sosteneva i suoi confratelli che stavano a Roma, dove avevano un monastero nelle vicinanze di San Pietro a Montorio. Da questo intimo sentimento di devozione e della fiducia che nutriva nella sua bontà fu indotto a persuadere i colleghi ad innalzarlo al grado di sommo pontefice.”
(37) Pag.42-43 Celestino V e la rinuncia gloriosa. Memorie e inni.Di Cordeschi Antonio.Edit.Colacchi.2003.

15 o 16 Agosto 1294 Il Cardinale Napoleone Orsini compie all'Aquila la vestizione del Pontefice. Pietro sceglie il nome: Celestino V.

22 Agosto 1294 Aquila." Condono del Re Carlo ai ribelli Sulmonesi. Pietro, eletto Sommo Pontefice, il suo primo pensiero fu quello di salvare i poveri fuggiaschi sulmonesi..pregò lo stesso Carlo, che gli esuli fossero perdonati…Così Carlo II il 22/8/1294, in Aquila emanò l’indulto di liberazione…così dopo ventisei lunghissimi anni, molti sulmonesi tornarono nella Patria e riconquistarono gli onori e i beni persi."
(100) Pag.55 Celestino V a scuola. A scuola di Celestino V. Concorso nazionale scuole superiori secondarie.Liceo Scientifico " E.Fermi " Sulmona.

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