Il Tabernacolo di Niccolò

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Ultimo aggiornamento Venerdì 21 Marzo 2014 10:34 Scritto da SB Lunedì 24 Maggio 2010 09:21

 

Arte e Artisti


 

Il tabernacolo di Niccolò

 

Di tabernacoli nella città di Prato ne sono presenti molti e di tutti i tipi, alcuni   belli e ben conservati, altri purtroppo rovinati dallo scorrere del tempo.

Molti restauri sono stati eseguiti grazie all'opera dell'Azienda del Turismo di Prato come si può leggere anche dall'articolo de "La Nazione" qui riportato.

 

Articolo tratto da " La Nazione del 29 Agosto 1985"

Quello di cui vogliamo parlarvi è situato all’inizio di via della Rinaldesca in angolo con via Ser Lapo Mazzei.
Si tratta di una copia su tavola di legno, di pregevole fattura, il cui originale si trova nel covento di San Domenico presso il Museo di Pittura Murale di Prato.
Nel tabernacolo è rappresentata una "Madonna con Bambino" ad opera di Niccolò di Pietro Gerini (prima metà del XV sec.), lo stesso artista aveva affrescato anche l’abitazione del mercante pratese Francesco di Marco Datini, posta proprio di fronte allo stesso tabernacolo e dove attualmente si trova il prestigioso Archivio Datini.
La Copia, eseguita nel 1988 da una artista pratese (come riportato nella targa interna) è di Simona Bruni.
Abbiamo deciso di conoscerla andando nel suo studio per vedere di persona i suoi lavori.

La copia su legno della Madonna col Bambino

Lo studio di Simona, in via di Grignano 16 (zona Bar Martino) si apre all’interno di una corte, piacevolmente ombreggiata da un grosso albicocco. Si capisce subito che lì si respira arte; infatti le due porte dello studio, ricavato da due stanzoncini dove anni fa pulsavano i cuori dei telai, sono vivamente colorate in rosso e giallo.
Entriamo e Simona ci accoglie col profumo di un buon caffè, anche se nell’aria si percepisce la presenza olfattiva della trementina, odore indissolubile dall’attività del dipingere.
Le pareti sono completamente tappezzate dei suoi lavori, su di un lato uno scaffale pieno di libri, tavoli e ripiani sommersi da oggetti, una meravigliosa collezione di conchiglie, fotografie attaccate con lo scotch in ogni dove; una piacevole confusione che lì per lì lascia un attimo disorientati.

- Non preoccupatevi – dice subito Simona. – all’occorrenza so fare spazio con facilità.

In pochi secondi libera un tavolo e ci sediamo un attimo per gustare il caffè e fare due chiacchiere in amicizia.
Simona è estroversa e sorridente, felice di far vedere il suo habitat e i suoi lavori. Non facciamo fatica a farla parlare e così le chiediamo di dirci di sé, del suo percorso artistico e delle sue esperienze.

- Per fortuna i miei genitori, pur essendo operai – dice Simona - avevano spiccate tendenze artistiche e così non hanno osteggiato il mio desiderio di frequentare scuole d’arte ed in questo sono stata molto facilitata. Infatti: Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti con indirizzo pittura.
In quel periodo mi ero innamorata particolarmente dell’incisione – ci dice facendoci vedere lo splendido torchio, simile al timone di un antico veliero, dormiente sotto un panno protettivo. – tanto che vinsi una borsa di studio per partecipare ad un corso di litografia presso l’esclusiva “Scuola internazionale di grafica il Bisonte”; un inaspettato riconoscimento per i miei lavori.

Simona è contenta, ci mostra alcune vecchie acqueforti e ci spiega il difficile procedimento dell’incisione sul metallo e sulla pietra. Sommersi dai dettagli tecnici la interrompiamo per riportarla al suo percorso di vita, che ci interessa di più.

- Dopo aver insegnato alcuni anni presso la “nostra” scuola d’arte e mestieri Leonardo, ho fatto una delle più belle esperienze della mia vita in quello che ora si chiama “Laboratorio per affresco Elena e Leonetto Tintori”.
Mi resta difficile essere sintetica parlando di questo – ci dice Simona, -…ma ci proverò. 
- Ho conosciuto Leonetto (molto noto nel mondo del restauro) nel 1988 e per me è stato come una specie di flash! Lui accoglieva giovani da tutto il mondo interessati all’affresco, meravigliosa tecnica che lui cercava di tramandare alle nuove generazioni. Mi sono appassionata alle tecniche pittoriche antiche, sorretta dalla conoscenza oceanica di Leonetto Tintori, un vero pozzo di scienza. Ho imparato l’Affresco e a mia volta ho cominciato a insegnarlo agli studenti di Vainella divenendo il braccio destro di Leonetto e sorreggendolo nell’insegnamento per dieci anni.
In quel tempo il laboratorio di Vainella (praticamente: la casa di Leonetto) si reggeva su un raro equilibrio di libertà difficilmente riscontrabile in altre scuole di qualsiasi indirizzo e specie. Leonetto, nel suo desiderio di trasmettere la sua conoscenza, metteva a disposizione tutto quello che aveva affinché gli studenti (che arrivavano da ogni parte del mondo) si trovassero a loro agio purchè nel rispetto reciproco e della struttura che li ospitava.
Leonetto, maestro non solo di nozioni tecniche ma anche di vita, è stato parte integrante della mia formazione ed ha costruito in me l’attitudine a risolvere i problemi approcciandoli con grande spirito analitico, tipico del restauratore. E di questo non cesserò mai di ringraziarlo.
Attualmente il Laboratorio è stato ristrutturato, messo “a norma”… ed ahimè è diventato una scuola come tante altre….

-  Puoi parlarci del tuo percorso artistico personale?

Il mio lavoro è veramente molto vario e dunque si apre a un’infinita possibilità di tecniche ed esperienze sempre nuove. Potrei iniziare da cose semplici come una banale filettatura, una finta balza con modanature, imitazione di bugnati a rilievo, ornamenti geometrici e floreali con grottesche, per arrivare ad esecuzioni più complesse come trompe l’oeil (cioè finte illusioni prospettiche), dipinti a olio e a tempera acrilica, affreschi classici e moderni, graffiti, stucchi pompeiani, restauro murale, stampe, incisioni, ceramiche e scultura.
Nei pochi momenti tra un lavoro ed un altro, fermo nella creta o in un acquarello una mia idea di forma o di colore, da sviluppare magari un giorno che il lavoro commerciale mi darà tregua e finalmente avrò la possibilità d’esprimere con libertà il mio sentimento più profondo con l’Arte.

Ringraziamo Simona e ci salutiamo con un caldo invito da parte sua di tornare a trovarla ogni volta che vogliamo.


Per chi volesse contattare Simona:

via di Grignano 16/a  59100 Prato – mail:
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.   cell.347 4698869

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Alcuni momenti del lavoro svolto dall'artista sulla copia su legno del tabernacolo di Niccolò

 La Nazione 18 ottobre 1989  


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