Antonio Marini

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ANTONIO  MARINI

Pittore e restauratore

 

Antonio Marini (1)

Antonio Marini nasce a Prato il 27 maggio 1788. I genitori Michele Marini e Maria Domenica Lotti,vedendo in lui una predisposizione naturale all’arte, lo avviano alla scuola di disegno e Architettura di Prato. Successivamente entra nell’Accademia di Firenze.
Nel 1812 viene premiato per il disegno:“La Magnanimità di Scipione in Spagna” che raffigura allegoricamente le gesta di Napoleone nella campagna di Spagna.
Tre anni dopo viene nuovamente  premiato per un bozzetto ad olio raffigurante “Mercurio che addormenta Argo”.
Nella stessa Accademia insegna un altro pratese, Giuseppe Castagnoli, che lo istruisce sull’arte degli affreschi e con il quale esegue alcuni lavori.
Nel  1818 riceve l’incarico di dipingere la carrozza di gala del Granduca Ferdinando III; è senza dubbio per l’artista un momento molto importante.
A Firenze nel frontone del Reale Palazzo Pitti dipinge alcune figure in chiaroscuro,talmente ben fatte, che  vengono notate da tutti quelli che si recano al palazzo e che cominciano così a parlare di lui.
Nel 1819 il principe Niccolò  Esteherazy lo invita a Vienna per dipingere lo sfondo di una grande sala con soggetti mitologici.
Il Principe Leopoldo gli scrive da Firenze:“Avrei piacere che cercaste di perfezionarvi in quest’arte, non solo disegnando, ma ancora stampando da voi medesimo“. (2) Il Marini apprende questi metodi e dalla Germania riporta a Firenze un torchio con il quale introduce per primo in Toscana l’arte della Litografia.
Il 7 Febbraio 1821 il principe Esteherazy  dà un gran ballo nel salone dipinto dal nostro artista,tutti i partecipanti applaudiscono estasiati nel vedere tale bellezza.Sempre nel 1821 visita l’Ungheria e al suo ritorno si sposa con una pittrice pratese,Giulia Nuti.
Nel 1822 Affresca una sala della villa di Poggio Imperiale, e  di Palazzo Pitti.E’ tutto un susseguirsi di opere e di lavori che danno lustro e sempre più fama al grande pittore pratese. Nel 1823 lavora ancora alla Villa di poggio Imperiale e nel Reale Istituto della Santissima Annunziata. Dal 1824 al 1827 rimane a Firenze dipingendo ininterrottamente.
Nel 1828 è chiamato a Pisa  presso l’Opera Primaziale Pisana, per il restauro delle pitture del Ghirlandaio,dove rimarrà fino al 1829.
Nel 1830 lo troviamo a Prato al nuovo teatro Metastasio ad ornare e dipingere, a fresco, la volta e i quattro bassorilievi mentre il sipario viene eseguito a tempera. 
Nel 1831 dipinge anche nell’abitazione del pratese Gaetano Magnolfi, del Canonico Benassai e nel Duomo restaura gli affreschi di Agnolo Gaddi oscurati da uno strato di  fuliggine causato dal fumo delle lampade."Il restauro durò perlomeno dal 30 maggio al 5 dicembre 1831 e Marini ricevette una retribuzione tra le 2000 e le 3000 lire, a tal proposito vedi Archivio del Capitolo della Cattedrale." (3)
Sempre nel 1831 torna a Firenze, nella Villa Giuntini, dove dipinge sulla volta di una sala le quattro stagioni.
Nel 1832 si trova a Livorno ad affrescare l’altare della chiesa dei SS. Pietro e Paolo, poi ritorna a Prato nella cappella dello Spedale San Barnaba per una pala d’altare.
Nel 1833 è di nuovo a Pisa nella cappella dell’Arcivescovo dal Pozzo per il restauro dei dipinti di Stefano Marucelli. Nel 1834 è  ai Bagni di Montecatini alla nuova chiesa,dove dipinge sulla volta L’Assunzione di Maria Vergine.
Nel 1835 torna a lavorare a Firenze e poi a Prato nel Duomo per il restauro degli affreschi di Fra Filippo Lippi.
Nel 1837 lo vediamo a Firenze nel  palazzo dei Medici  per il restauro degli affreschi di Benozzo Gozzoli.Sempre a Firenze, nel palazzo del conte Alberti, esegue sulla volta di una sala un affresco rappresentante Leon Battista Alberti, che mostra a Giovanni Rucellai il disegno della facciata di Santa Maria Novella.  Nel 1838 a Prato dove nelle stanze del Capitolo dipinge Sant’Alfonso dè Liguori . 
Nel 1839-1840 lavora a Firenze in Santa Maria del Fiore e in molte altre chiese.
A Firenze nel 1840, durante i lavori di restauro nel palazzo del Podestà, (Palazzo del Bargello), scopre il ritratto di Dante Alighieri.Molti giornali italiani e stranieri parlano di questo ritrovamento e il Granduca  ne è molto compiaciuto. Sempre di più la sua fama varca i confini degli stati e le sue opere sono grandemente apprezzate.
Nel 1841 è ancora  a Firenze nella casa del Bigallo dove restaura alcuni antichi affreschi, poi va al Palazzo Fenzi per un fregio a chiaroscuro.
Nel 1842 lavora a  Santa Maria del Fiore e all’Ospedale degli Innocenti di Firenze.
Nel 1843 gli viene commissionato,dal pratese Giuseppe Giachetti,(Tipografo) un acquerello raffigurante “La Samaritana” .
Mentre dalla Francia il marchese Colbert de Maulevrier gli commissiona“la Vergine in atto di abbracciare il Divin Figlio".(Un quadro ad olio).Nel Giornale del Commercio (n.12 del 29 marzo 1943) Numa Tanzini ricolma di lodi questo dipinto.(2)
Inolte, sempre dalla Francia, gli viene richiesto da un certo Froger la Vergine con il Bambino contornati da Putti,che ha un grandissimo successo,tanto che negli anni a seguire arrivano sempre nuove commissioni.
Nel 1845 è al Mulinaccio nella cappella della villa del Cav.Giuseppe Vai, dove dipinge il quadro”Madonna col bambino e Santi”.
Dal 1845 al1847 è nuovamente impegnato a Firenze.
Nel 1847 si trova a Prato nella basilica di Santa Maria Delle Carceri, dove dipinge una grande tela di “Angeli e Santi”che incorniciano l’affresco miracoloso.
Dal 1848 al 849 torna a Firenze per moltissime commissioni fra cui Palazzo Pitti e Santa Croce.
Nel 1849 gli viene richiesto dalla Russia il quadro:“La Vergine col Bambino”e un’altra opera ancora.
Nel 1851 a Firenze sotto le logge dell’Ospedale di Santa Maria Nova restaura un antico affresco.
Dal 1852 al 1858 è ancora impegnato a Firenze,dove gli vengono commissionati molti ritratti.
Dal 1858 al 1859 a Prato, nella nuova chiesa di San Pier Fiorelli, affresca la volta e le tre pareti.
Nel 1859 dal francese Fayet gli viene commissionata una Madonna con Bambino.
Nel 1860 gli viene richiesto dalla città de Il Cairo una tela di altare,per ornare una antica Madonna e dipingere nelle pareti della chiesa i Misteri del Rosario.
Nel 1861 dalla Francia gli viene commissionata una nuova Madonna.
Nel 1861 mentre si trova a Firenze  a dipingere nella sala della Meridiana di Palazzo Pitti, è assalito da febbre alta che in soli tre giorni lo porta alla morte. E' il 10 settembre 1861.
Prato perde un grande artista, che ha fatto la storia dell’Arte pittorica e ha lasciato, dietro di sè con le sue opere, una traccia luminosa e immortale.
Di se medesimo Antonio Marini ha scritto quanto segue facendoci intuire anche l'umiltà del grande Artista:
"Tutte le volte che mi è accaduto di rivedere dopo del tempo un mio lavoro, sono stato di malumore, avendo trovati dei difetti nel disegno che non mi sono mai potuto persuadere di non avere veduti nel tempo che io dipingevo; come pure certe mancanze d'armonia e di chiari, e certe parti poco modellate:onde concludo, che ancora non ho fatto un'opera da esserne pienamente soddisfatto.E tutto quello che vedo degli altri artisti mi piace assai." (4)
Le esequie mortali del Prof.Antonio Marini riposano nel chiostro di San Domenico a Prato.

Contributi:

1) Nel Chiostro di San Domenico si trova il busto funerario realizzato da P. Gavazzi,  discepolo di Lorenzo Bartolini.
2) L'opera di Antonio Marini pittore:1788-1861:[catalogo della mostra per il primo centenario della morte / con una monografia di Cesare Guasti;a cura di Mario Bellandi e Carlo Paoletti].Associazione turistica pratese. Edizioni Arnaud  Firenze [1961]. Biblioteca comunale Lazzerini.
3)
FRANCESCA BONGIOANNI.
I restauri di Antonio Marini in Prato. Archivio Storico Pratese 1995.Biblioteca comunale Lazzerini. 
4)
CESARE GUASTI. Antonio Marini Pittore.Belle Arti. Opuscoli descrittivi e biografici. Biblioteca Comunale Lazzerini

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