Martellucci lo scultore capraio

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Ultimo aggiornamento Giovedì 04 Giugno 2015 12:46 Scritto da CrPrato Venerdì 20 Febbraio 2015 17:29

Martellucci lo scultore capraio

Lo scultore Giuseppe Martellucci di Valpiana (Massa Marittima), occupa un posto tutto particolare nello scenario degli artisti locali contemporanei. Pastore capraio, uomo schivo e taciturno, timido, Martellucci ha quasi annullato attorno a se i rapporti col cosiddetto mondo civile e tecnologico, assumendo come unico interlocutore quella lussureggiante natura delle plaghe mediterranee che offre spunti continui per l’opera di scultore e che vide fiorire la civiltà degli etruschi. Una nuvola una pozzanghera, il repentino movimento di un animale diventano all’improvviso un’idea da concretizzare,un’offerta spontanea,un lampo istantaneo per produrre una nuova scultura; E’ un dialogo silenzioso e prolifico, una sorta di codice muto o di connubio tra natura ed arte in cui Giuseppe Martellucci assume il ruolo dell’intermediario, quando con lo scalpello subito affronta il marmo o il travertino e produce.
Eppure, come in certe favole di altri tempi, quel mondo che gli vive intorno, che a poche centinaia di metri da lui scorre frenetico e incessante, un giorno è venuto prepotentemente a visitarlo, interrompendo per un momento la tranquilla esistenza del pastore capraio.
Nell’aprile del 1981 le sue opere furono giudicate erroneamente preziosi reperti etruschi e, come tali, sequestrate. Il Martellucci rimase quindi senza i suoi lavori nonostante le sue precisazioni sulla loro legittima paternità. Dopo lunghe ed attente analisi, alla fine, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze stabilì che le opere , pur essendo in perfetto “stile Etrusco” e scolpite nello stesso travertino degli antichi, non risalivano all’epoca etrusca ma ad una molto, molto più recente.
L’episodio, come in un bella favola a lieto fine, si concluse con la restituzione delle opere al legittimo proprietario.

Fonti: Da un trafiletto giornalistico dell'epoca.                                F.F. 

  

 


 Gli speleologi pratesi, durante le escursioni esplorative in terra di Maremma, hanno conosciuto Martellucci, lo scultore capraio, hanno molto apprezzato le sue opere e sono rimasti molto colpiti dalla sua personalità. 

Nel febbraio del 1984 Giuseppe Martellucci fu invitato dall’ U.S.P.- Unione Speleologica Pratese del C.A.I. in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura, a presentare una sua personale presso la Biblioteca Comunale Lazzerini di Prato.

Successivamente l'U.S.P. nel 1988,in collaborazione con l’Assesorato alla Cultura, organizzò un'altra mostra del pastore scultore nel parco della Villa del Perugiano, presso il Comune di Montemurlo, ottenendo in entrambe le esposizioni un notevole successo. 


    La Nazione 12 febbraio 1984

 La curiosità che spinge gli speleologi a cercare sempre nuove meraviglie della natura, porta spesso ad esplorare nuovi luoghi. Tali esplorazioni avvengono in territori che prima sono studiati a tavolino con l’aiuto delle carte geologiche e poi visitati accuratamente.

Non è comunque molto facile scoprire nuove grotte o fenomeni carsici ipogei per le asperità tipiche dei luoghi carsici e per la vegetazione che spesso stende un velo protettivo su tutto e fa apparire uniforme una determinata plaga.

Per questo gli speleologi ricorrono spesso anche alle indicazioni che gli abitanti del luogo possono fornire. Recentemente, il gruppo USP del Cai di Prato, in una campagna esplorativa del luogo ha scoperto invece un nuovo fenomeno naturale, un uomo del tutto particolare un capraio-scultore.

Egli scolpisce nelle lunghe giornate trascorse in solitudine nella macchia mediterranea custodendo gli animali, speroni di roccia affioranti che gli suggeriscono varie suggestioni immaginative.
Le sue opere sono state addirittura, per uno strano errore, sbagliate per opere etrusche trafugate da qualche tomba e il povero capraio-artista è stato posto sotto accusa il fatto ha portato alla ribalta della cronaca il capraio-artista, ma dopo che il caso si è felicemente risolto, egli è tornato nella solitudine del proprio lavoro.

I ragazzi dell’USP hanno simpatizzato con lo scultore e lo hanno invitato nella nostra città per l’esposizione di alcune sue opere. L’assessorato alla cultura pratese ha accolto l’iniziativa permettendo l’esposizione di 14 opere presso la biblioteca Lazzeriniana.La mostra aperta il giorno 10 chiuderà il 29 febbraio. Tutti i giorni dalle 8 alle 18.60 si possono osservare le opere che oltre alla curiosità della vicenda di cronaca propongono silenzi, odore di bosco e semplicità.                                                                                               U.S.P.

Fonti:Settimanale 7 giorni del 20-2-1984 


                                                     

   

 


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