I sassi scritti delle tre Limentre

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 Valle delle tre Limentre.
I Sassi Scritti. Le teste di pietra.
"Appunti di una straordinaria avventura"

 di Siro M.

Tutto era iniziato da un volume di  Bill Homes che l'amico Giannandrea mi aveva mostrato, dove avevo visto dei disegni di alcuni massi  incisi nella valle delle tre Limentre. Quello che mi aveva incuriosito di più era il “Sasso del Consiglio” per la grande varietà di simboli incisi sulla sua superficie. Decisi subito che sarei andato a cercarlo.  


(Il sasso del Consiglio da un disegno di Bill Homes tratto dal volume : Le Pietre dell'alta Limentra orientale)

Dopo aver letto una breve descrizione mi sono recato sul luogo. Lasciata l’auto ho proseguito a piedi, e mi sono inoltrato nel bosco dove ho incontrato due boscaioli intenti a tagliare la legna ed ho chiesto loro informazioni,mi hanno saputo indicare solo alcune case diroccate,così dette del Consiglio, ma non il sasso. 
Dopo aver girato a lungo nei dintorni per trovarlo, alla fine ci sono finito proprio sopra.
La prima sensazione è stata quella di aver di fronte qualcosa di molto antico che mi  trasmetteva una forte emozione, soprattutto pensando a tutte le persone che avevano lasciato su questa pietra un segno del loro passaggio, le loro aspettative, la loro fede, le loro preoccupazioni e le loro ansie.
Per me era come una specie di totem un catalizzatore di questi sentimenti e ancora, dopo tanto tempo riusciva a trasmetteva una forte carica emotiva.


(Sasso del Consiglio)

 

Il masso era in cattivo stato e i simboli incisi, per lo più motivi cruciformi, coppelle e segni detti a “phi”, si notavano a malapena, inoltre il muschio li stava aggredendo.
Ho subito pensato che sarebbe stato un vero peccato che tutto ciò andasse perso senza che nessuno avesse la possibilità di studiarlo. La prima cosa da fare era documentarsi, eseguire delle foto e cercare qualcuno interessato ad occuparsene.
Trovato il sasso del “Consiglio” mi sono messo alla ricerca di un’ altro sasso scritto detto “Sasso alla Pasqua”. Avevo una foto tratta da una rivista di montagna, ma mi sono imbattuto invece in delle curiose “Teste di pietra” poste sulle facciate di alcune case in tre località: Casalino, Torraccia e Torri; alcune erano recenti mentre altre chiaramente più antiche, forse reminescenza di una tradizione ormai dimenticata e che probabilmente venivano usate in origine per scacciare gli spiriti.
Quelle più antiche avevano senza dubbio un aspetto austero e infondevano su chi le osservava un certo fascino misterioso.

 

(Torri. Due enigmatiche teste di pietra)

 

Quel giorno non sono riuscito a trovare il Sasso alla Pasqua poiché si trova in un luogo molto impervio impossibile da raggiungere con la mia auto, così ho pensato di chiedere aiuto all'amico Franco che possedeva l’auto adatta, una “Land Rover 90”.

 

(Land Rover 90)

Sabato 11 Marzo 2000 di mattina siamo partiti di buon'ora alla ricerca del “Sasso alla Pasqua”. Con la foto del “sasso” ed una cartina del luogo. Giunti a Badia a Taona, siamo rimasti impressionati dalla bellezza del luogo, abbiamo scattato alcune foto e siamo ripartiti per la nostra ricerca.
Una sorpresa però ci stava aspettando; dopo una curva ci siamo trovati davanti a circa mezzo metro di ghiaccio che ricopriva tutta la carreggiata della strada  per diversi km. Abbiamo proseguito a piedi ma dopo un po’, abbiamo  rinunciato e rimandato tutto al sabato successivo.
Sabato 18 Marzo 2000, io Franco e Cristina, abbiamo ripreso le ricerche, passando da Torri per evitare il ghiaccio.

La giornata era splendida, avevamo la foto tratta dalla rivista, ma non abbiamo trovato niente che potesse somigliare al “Sasso alla Pasqua”; nel pomeriggio,  un po’ delusi, ci siamo fermati al rifugio C.A.I. di Torri,  abbiamo chiesto al gestore notizie del Sasso,  ma anche lui non ne sapeva niente,  però  aveva sentito parlare di un certo Sig. Toccafondi, che abitava al Monachino, da sempre amante della montagna e studioso di questi “sassi”.
E’ stato così che abbiamo incontrato un personaggio veramente unico, con una grande conoscenza delle tradizioni locali e della valle del Limentra; ci ha dato tutte le indicazioni necessarie per trovare il “Sasso alla Pasqua” poichè la foto della rivista che avevamo era sbagliata.
Ma quello che ci ha mostrato dopo ha prodotto in noi un'emozione grandissima, abbiamo appreso che le ricerche sui Sassi Scritti erano state portate avanti da un volenteroso archeologo, il sig. De Marchi di Parma che aveva ricalcato e riportato su lucido tutti i simboli incisi sulle pietre. Il Sig.Toccafondi ci ha poi mostrato questo enorme lavoro. Siamo rimasti colpiti dalla grande mole di segni e veramente sbigottiti per l’incisività e la bellezza di tale impresa, ma soprattutto felici nel sapere che qualcuno stava portando avanti gli studi su queste antiche memorie di pietra.
Siamo venuti anche a conoscenza che esistevano altri sassi scritti, fra cui uno con centinaia di coppelle, unico nel suo genere.
Apprendiamo poi dell'esistenza di una grotta, anche quella con un’ infinità di simboli segni e iscrizioni, chiamata “ Buca del Diavolo“, che in seguito abbiamo visitato.
Il Sig.Toccafondi ci dice anche che Bill Homs era un suo amico che andava spesso da lui, e ci ha fatto vedere anche i disegni di alcuni casolari che l’autore aveva eseguito.
Il sabato successivo, con le nuove indicazioni, siamo ripartiti alla ricerca del Sasso alla Pasqua.
Questa volta il tempo era pessimo, nevica ma abbiamo decidiso di proseguire anche se la neve cominciava a diventare alta. Arrivati al passo del Felicione con circa 20.cm. di neve  abbiamo trovato sul vecchio sentiero un albero caduto, che ci sbarrava tutta la strada ma questa volta nulla ci ha fermato. Abbiamo parcheggiamo la Land Rover e abbiamo proseguito a piedi con la neve e la nebbia che andava e veniva.

 

(L'Albero abbattuto dal vento)

A mezzogiorno finalmente siamo riusciti a trovare  il Sasso alla Pasqua, un grosso masso largo 1,30, mt. e alto circa 1 mt. Le scritte e le incisioni erano ancora abbastanza evidenti anche se quasi completamente coperte dal muschio. Eravamo al settimo cielo !!


(Sasso alla Pasqua, da un disegno di Bill Homes  )

Abbiamo scattato foto e poco più avanti, sulla destra del sasso, abbiamo notato altre due pietre con incisioni e disegni; una con una figura antropomorfa e l’altra con uno strano simbolo solare che le intemperie ed il tempo avevano quasi cancellato.


(Foto del simbolo solare)

Al ritorno, passando dalla Torraccia, abbiamo fatto conoscenza con un giovane che scolpiva la pietra, ci ha mostrato alcuni suoi lavori e in particolare, fedele alla tradizione di questi luoghi, le teste di pietra.
Qui abbiamo conosciuto anche Bruno, un ex forestale al quale abbiamo chiesto notizie della “Buca del Diavolo”. Ci ha detto che era lì vicino e se volevamo ci poteva portare a visitarla. Abbiamo accettato.
Questa buca si trova in un luogo molto suggestivo circondata da grossi pietroni, l’ingresso è stato originato da una frattura nella roccia e si presenta con due larghi massi disposti come una grande “v” rovesciata.


(Ingresso della grotta )

All’interno una sequenza infinita di simboli di una chiarezza incredibile, impressi nell’argilla e nella roccia, come se fossero stati fatti ieri!
Eravamo veramente affascinati da tanta bellezza, sembrava di trovarsi di fronte a un vero “tempio del tempo “; si andava da incisioni antichissime a incisioni recenti.
(Si dice che sotto l’ingresso della grotta ci siano dei grossi tronchi per chiudere un pozzo che va a finire nel fiume sottostante vicino a Treppio, ma probabilmente è una leggenda.)


(Alcune incisioni sulla parete della grotta)

Siamo venuti a conoscenza che nelle vicinanze c'erano altre pietre incise. Una in particolare ricoperta di “coppelle”, è chiamata Sasso di Catiro, che abbiamo visitato in seguito durante una delle tante escursioni in quei luoghi così splendidi e selvaggi.
Abbiamo saputo anche di un altro sasso scritto, detto “Sasso del Romito” che si trova nei pressi del paese di Iano, sopra Pistoia, sulla strada che porta a Germinaia,  anche questo con incisioni dette del “calvario” e segni a “phi” simili a quelli già visti su altri sassi.


(foto dei sassi incisi)

Durante queste escursioni ci è capitato anche di vedere altre curiosità: una di queste si trova presso la casa del vecchio Mulino,nel torrente Limentrella di Treppio, vicino al paese di Poggiolino. E' una scultura di pietra che raffigura una tartaruga chiamata “Pietra della Paura”.
Esiste un vecchio proverbio che narra: “Quando vedi la Paura non avere paura. Quando non vedi più la paura scappa.”  Vecchio detto che riguarda la portata d’acqua del fiume Limentrella. Quando vedi la paura (Tartaruga) fuori dall’acqua, vuol dire che va tutto bene. Quando non vedi la paura vuol dire che il torrente è in piena e che c’è pericolo, q
uindi  scappa perché la sua forza può scalzare e indebolire le fondamenta stesse del Mulino.


(Foto della tartaruga)

 Questa  è stata la nostra avventura con i Sassi Scritti della Valle delle tre Limentre, che ci ha permesso di conoscere a fondo la storia e le tradizioni di questi luoghi immersi in una natura ancora incontaminata e selvaggia.
Abbiamo avuto il piacere di veder pubblicato, a cura del: Gruppo Studi Alta Valle del Reno,  il volume dell’archeologo Leonardo de Marchi “ I Sassi Scritti delle Limentre” nel quale vengono riportate dettagliatamente le notizie, i segni e i simboli incisi su alcuni “massi” di questa straordinaria valle.


(Il libro dei sassi scritti dell'Archeologo De Marchi )
Gruppo di Studi Alta Valle del Reno 
Porretta Terme
2000


(Clicca sopra per ingrandire)

La Nazione 2-2-1998

 


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