CAI Prato-LORENZO BARTOLINI

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CLUB ALPINO ITALIANO
SEZIONE “EMILIO BERTINI”

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Si è tenuta Martedì 15 aprile 2014 presso la sede della sezione pratese del Club Alpino Italiano, via Banchelli 11,  la conferenza di ALESSIA CECCONI, direttrice della Fondazione CDSE (Centro di documentazione storica Valdibisenzio e Montemurlo)

LORENZO BARTOLINI: chi era costui? 
Fortuna e sfortuna di un artista a Prato dalla morte alla II Guerra Mondiale.

Lo scultore Lorenzo Bartolini, forse il più importante del periodo dopo Antonio Canova, era nato a Savignano di Prato nel 1777. Nel 1799 soggiornò a Parigi ricevendo importanti commissioni, tra le quali una per un busto di Napoleone, che piacque molto al generale. Nominato professore di scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara (1807) divenne lo scultore ufficiale della famiglia Bonaparte, per i quali scolpì numerosi busti e statue, tra le quali una colossale di Napoleone, ormai già imperatore, da collocare a Livorno, poi finita a Bastia. Tornato a Firenze nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, venne più volte messo all'indice per le sue idee politiche ed artistiche, poco consone, quest’ultime, con il rigido neoclassicismo accademico del tempo, tutto teso all'imitazione dello stile del Canova.
Verso il 1818 scolpì l'Ammostatore, un fanciullo in atto di pigiare dell'uva, che si rifà a Donatello e al Verrocchio, con un'attenta osservazione della realtà e modellato con delicata raffinatezza. Nel 1824 scolpì il gruppo della Carità educatrice, oggi conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Dal 1830 si dedicò a scolpire un monumento in memoria del principe russo Nicola Demidoff che, dal 1871, si trova in piazza Demidoff a Firenze (l'opera, non portata a compimento dal nostro,venne terminata dal suo allievo Romano Romanelli). 
Scolpì anche la figura dell'Inconsolabile per la tomba Mastiani nel Camposanto di Pisa (1840) e la Ninfa dello Scorpione (1845, oggi al Louvre), che fu grandemente elogiata da Baudelaire. Tra i numerosi ritratti si ricorda il marmoreo Busto del comico Luigi Vestri nella Villa Bezzuoli a Fiesole. 
Docente all'Accademia di Belle Arti di Firenze dal 1839, si batté per diffondere uno stile di scultura più legato alla vitalità naturalistica piuttosto che all'idealità accademica. Resta famosa la lezione nella quale presentò agli studenti un modello gobbo, indicandolo, nel suo genere, come un "esemplare". 
La sua opera più conosciuta ed imitata è La fiducia in Dio (1835) che rappresenta una fanciulla inginocchiata mentre guarda al cielo, conservata al Museo Poldi Pezzoli di Milano. 
Alla morte (Firenze 1850) venne sepolto nella Basilica della Santissima Annunziata a Firenze, ma una lapide in suo onore si trova anche nella Basilica di Santa Croce. Nel 1855 riscosse, unico tra gli scultori italiani, successo di critica, sia pur postumo, all'Esposizione Universale di Parigi.
La prima targa che ricorda il Bartolini nei luoghi dove nacque, venne esposta a Montepiano per volontà e a spese dei soci del CAI di Prato. 

Vedi anche : Lorenzo Bartolini

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