L'Aquila, cronaca di un viaggio (seconda parte)
Giannandrea Capecchi Architetto
Marzo 2003: Il Tetracordo di Filolao.
Nel marzo 2003 nello studio di Giannandrea, si svolge una delle tante riunioni di aggiornamento tra i tre amici. Nel complesso disegno dei sette cerchi disposti nel pavimento della Basilica di Collemaggio, a ridosso dell’enorme colonna polilobata della navata di destra, l’Architetto scopre un nuovo importante messaggio lasciato dagli antichi costruttori: Il Tetracordo di Filolao.
Giannandrea: “Sono partito da un dato oggettivo; esistono alcuni blocchi di pietra che compongono la figura geometrica con forme apparentemente anomale rispetto ad altri blocchi. Nella perfetta congiunzione degli elementi semicircolari, la maggior parte dei conci bicromi (rosso e bianco) sono sagomati in varie dimensioni, anche piccoli, sistemati a modellare le rotazioni del disegno. Altri conci di marmo invece (quelli che disegnano i cambiamenti di circolarità) sono stati realizzati in un unico blocco di pietra più grosso degli altri. Per i Maestri Lapicidi questo materiale sarebbe stato indubbiamente molto più complicato da lavorare, certamente più costoso e difficile da reperire. Inoltre su questi conci monolitici, come d’altronde Gianni ha riscontrato anche nelle sovrapposizioni dei sei grandi cerchi della navata centrale, ho notato alcune incisioni superficiali poste ad indicare i cambiamenti di circolarità.
La domanda e': perché solo in questi casi il mastro lapicida ha utilizzato un unico blocco di marmo invece di eseguire la composizione dello stesso disegno con tre conci diversi più piccoli (certamente meno difficili da reperire e meno costosi da realizzarsi)? Esiste forse un messaggio che non riusciamo a distinguere dietro a queste differenze di lavorazione degli elementi lapidei pavimentali?
Analizzando i conci di congiunzione nell’insieme del disegno pavimentale mi sono inoltre reso conto che esistono allineamenti geometrici perfetti tra i baricentrici dei singoli cerchi, e tra questi e le linee di fuga di altri conci di pietra che compongono l’intera figura geometrica. In pratica le linee di fuga tra un elemento costruttivo e un altro, dentro questi cerchi, sembrano avere un preciso valore geometrico. Ho lavorato allora prima su una foto e poi sul rilievo CAD e il risultato è stato strabiliante!
Sembra che esistano precise direttrici geometriche convergenti verso un’asse centrale che divide l’intera figura in due parti identiche, speculari una rispetto all’altra. Lungo questo asse di riferimento centrale confluiscono quindi semirette provenienti dai baricentri dei cerchi o dalle fughe di alcuni conci di pietra, disponendosi nelle intersezioni secondo un preciso rapporto proporzionale. In conclusione la disposizione delle fughe dei marmi che compongono la figura a terra, come la composizione geometrica del disegno complessivo, potrebbero essere il frutto di un preciso calcolo geometrico e armonico! Non il semplice utilizzo di conci di pietra dimensionati come più restava comodo reperire e lavorare!
Questo rapporto armonico/proporzionale si basa sul Tetracordo di Filolao (1) … di questo fa parte il Diapason, il Diapente ed il Diatessaron … le tre perfette consonanze armoniche della Musica! “.
Particolare del disegno pavimentale del Tetracordo
Era quindi necessario effettuare al più presto una scrupolosa verifica sul posto per accertare ciò che l’architetto aveva scoperto.
Nella seconda metà di marzo quindi i tre amici sono di nuovo a L’Aquila per compiere i doverosi accertamenti, controllando minuziosamente le misure dei singoli conci di pietra del disegno pavimentale del Tetracordo per confrontarle con il disegno digitale.
Una volta eseguito le verifiche arriva una … meravigliosa conferma … quanto scoperto dall’architetto veniva esattamente comprovato dalle misure prese all’interno della basilica.
Era vero! Ogni singolo elemento del particolare disegno pavimentale della basilica, era stato volutamente sagomato per comporre un’articolata figura che seguisse precisi canoni geometrici e armonici!
Nelle geometrie della decorazione pavimentale sono presenti inoltre triangolature perfette e direttrici di riferimento tangenti agli anelli dei cerchi che verosimilmente facevano parte di un preciso intendimento dei Maestri decoratori dell’antica basilica.
Da queste direttrici si individua un triangolo isoscele centrale con l’angolo al vertice di 126° e i due angoli alla base di 27° (lo stesso dell’orientamento astronomico della basilica), Inoltre, con un’estrema precisione di calcolo e una tolleranza d’errore pari a 10-3, Giannandrea ha successivamente individuato un’assoluta correlazione tra questo particolare triangolo e la quadratura del cerchio. (2)
Quel disegno pavimentale realizzato oltre settecento anni prima era frutto di precisi valori armonici e calcoli geometrici celati per secoli dalla sapienza dei Maestri Costruttori e non di semplici incastri di marmo per scopi esclusivamente decorativi!
La musica del Tetracordo di S.M.di Collemaggio
E’ stato relativamente facile collegare quanto scoperto nel particolare del disegno pavimentale del Tetracordo, con il tondo in bassorilievo di Re David (posto nel mausoleo seicentesco di Papa Celestino V) raffigurato nell’intento di suonare uno strumento musicale a corde, verosimilmente un’arpa o una Lira. Il messaggio e il riferimento sono palesi.
Il passo successivo dell’architetto sarà quindi quello di cercare una relazione, un rapporto, tra i dati geometrici scaturiti dal disegno pavimentale del Tetracordo di Filolao e l’individuazione di una possibile scala musicale che potrebbe generare una vera e propria sinfonia!
Giannandrea si cimenta quindi in una operazione che non sa dove lo porterà, non sa nemmeno se sarà in grado di tradurre le misure del particolare disegno pavimentale di Collemaggio in note musicali, non conoscendo egli stesso nemmeno i rudimenti della musica. Per questo confida sul fatto che comunque l’armonia musicale è frutto di rigorosi rapporti matematici e quindi geometrici. Pertanto se riuscirà ad individuare il metodo che gli possa permettere la trasposizione proporzionale delle linee geometriche sulla tastiera di uno strumento musicale, il gioco è fatto!
Si, ma quale strumento; a corde, a fiato o a percussione?
Probabilmente si tratta di uno strumento a corde, dato che nel bassorilievo del mausoleo di San Celestino V viene raffigurato proprio Re David mentre sfiora dolcemente una Lira.
Ma Giannandrea è sicuro che lo strumento musicale di Re David è quello giusto? Oppure esistono altri antichi strumenti a corde che possono dimostrare ancor meglio ciò che l’architetto ha intuito?
Forse potrebbe trattarsi di uno degli strumenti a corda più antichi ed evocativi; il Salterio!
25 Marzo 2003: L’incredulità.
Nella tarda mattinata del 24 giugno Gianni, Giannandrea e Siro sono nuovamente nella basilica di Collemaggio, oramai quell’edificio sacro e quella città stanno inevitabilmente diventando per loro meta di continui e assidui pellegrinaggi. Insieme a Maria Grazia chiedono al sacerdote di poter entrare in una delle stanze della sagrestia posta lateralmente alla cappella di Giovanni Bassando da Besançon.
In quella zona, alcuni metri più sotto il pavimento, in origine era posta una delle cinque absidi della prima chiesa fatta edificare da Papa Celestino V.
Giunti dentro la sagrestia la bussola che Gianni aveva portato con se da Prato sembra impazzire, non segna più il nord girando vorticosamente a destra e a sinistra! All’interno della stanza ci sono solamente mobili polverosi disposti a casaccio, qualche candelabro intarlato e una vecchia scala in legno che porta in copertura, nessun oggetto metallico o comunque tale da poter provocare un simile effetto magnetico.
Decidono allora di spostarsi all’esterno della basilica per eseguire ulteriori controlli. Giunti in prossimità della muratura perimetrale che delimita il vano interno dove si erano verificate le anomalie magnetiche, la bussola, che fino a quel momento stava indicando correttamente il nord, ricomincia a spostarsi in modo irregolare segnando un sfasamento di circa 20° in entrambe le direzioni rispetto al nord magnetico. Vengono fatte delle verifiche esterne sulla muratura perimetrale per accertare la presenza di eventuali metalli, ma niente (è presente solo un pluviale in rame fino ad un’altezza di circa 4/5m da terra che termina in basso con un prolungamento in PVC). Increduli, provvedono ad effettuare all’intorno misurazioni a diverse altezze, a quota terreno come a m 2,50 da terra, ma le anomalie persistono senza differenze sostanziali tra una quota ed un’altra. Queste degradano fino normalizzarsi, partendo dall’angolo che divide la muratura perimetrale della basilica (corrispondente all’interno dell’edificio con il transetto antistante la cappella di Giovanni Bassando da Besançon) in corrispondenza dell’avancorpo della sagrestia.
Cosa influisce sulle variazioni di campo magnetico?
Tutto ciò sfugge ad ogni logica comprensione, un vero mistero!
Dato che in superficie non risulta la presenza di metalli i quantità tali da giustificare le strane anomalie magnetiche, è possibile che nel sottosuolo della basilica sia presente qualche massa ferrosa sufficiente a far impazzire l’ago della bussola?
In effetti sotto la basilica di S. M. di Collemaggio sono presenti vani ancora inesplorati, i tre amici lo avevano visto e intuito anche dopo la visita nei sotterranei della basilica insieme a Padre Q. Salomone.
Stando alle credenze popolari, oltre alle reliquie che sono effettivamente passate dalla basilica celestiniana e poi scomparse (una spina della corona del Cristo e il dito indice della mano destra del Battista), si dice che dentro questi vani siano custodite altre importanti reliquie portate a L’Aquila dai Cavalieri Templari (7) addirittura anche l’Arca dell’Alleanza che per il potenziale descritto nei testi sacri avrebbe necessità di essere accuratamente protetta e “schermata”.
Alcuni anni prima che i nostri amici iniziassero le loro ricerche, su questa zona della basilica furono eseguiti rilievi non invasivi con speciali strumentazioni di profondità. A circa 4/5 m sotto il livello dell’attuale pavimento furono evidenziate forti anomalie in un’area pressoché regolare di circa 10 mq, proprio nella zona pavimentale a confine con la stanza della sagrestia e la cappella di Giovanni Bassando da Besançon, dove erano state riscontrate le difformità magnetiche con la bussola.
Si tratta forse davvero della misteriosa stanza nascosta sotto il pavimento della basilica e che le leggende parlano contenesse importanti reliquie?
Una cosa è possibile, l’originaria basilica celestiniana penta-absidale fu verosimilmente edificata con denaro templare (8) per contenere in eterno importantissime reliquie della cristianità, è San Celestino V ne era pienamente consapevole.
-------------------------------------------------------
(1) «[…] Filolao, pitagorico crotoniate (V sec. a.C.) celebre e per la sua scienza armonica e per aver ceduto a Platone i famosi libri di Pitagora, è il primo a precisare i rapporti numerici corrispondenti a gli intervalli fra le quattro corde della lira, le cui lunghezze sono pari a sei, otto, nove e dodici unità. Il Tetracordo di Filolao e i rapporti armonici basati sulle tre consonanze in accordo d’ottava, o diapason (6:12 = 1:2), quinta, o diapente (6:9, 8:12 = 2:3) e quarta, o diatessaron (6:8, 9:12 = 3:4). Fra la prima e l’ultima il rapporto è pari a un mezzo, o diapason (ottava); fra la prima e la terza, nonché fra la seconda e la quarta gli intervalli sono equivalenti a due terzi, o diapente (quinta); fra la prima e la seconda, fra la terza e la quarta, infine, i rapporti sono di tre quarti, o diatessaron (quarta)[...]». G. Capecchi: Sacra Geometria, 2010.
(2) G. Capecchi, op. cit. Pag. 168-173.
(8) San Pietro Angelerio del Morrone (Papa Celestino V) era fin troppo indigente per potersi permettere di edificare un edificio di tale importanza, un eremita poverissimo che necessariamente avrebbe dovuto affidarsi ad altri (I Templari) per riuscire nell’intento. Forse fu persuaso a utilizzarne gli immensi fondi e ricchezze messi a sua disposizione nell’intento comune di proteggere e conservare nel tempo queste importanti reliquie.