Prato nel mondo

Buonamici Giovanfrancesco

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Prato,1526 + Firenze, 21 ottobre 1587.Legislatore.Poeta, il suo maestro fu Agnolo Firenzuola.Vicario generale dell'Arcidiocesi di Firenze. Nella chiesa di S.Agostino in Prato si trova il suo busto di marmo.

Buonamici Giovan Francesco
"Nasce nel 1526 a Prato, da Pietro di Matteo e Clemenza Rocchi. Fu forse allievo del Firenzuola, che in quegli anni frequentava la casa paterna. Intraprese la carriera ecclesiastica, ottenendo nel 1551,non ancora sacerdote, l'incarico di canonico della collegiata pratese. Nello stesso anno, si laurea in utroque presso lo Studio pisano,allievo di Giovan Francesco Vergio, Pietro Antonio di San Gimignano, Niccolò Guicciardini e Giovan Battista degli Asini.
Dal 1554 presso la curia papale strinse amicizia con Antonio Massa da Gallese e divenne protetto del cardinal Federico Cesi. Grazie a quest'ultimo, nel 1555 ottiene la pieve di Bacchereto nonostante l'opposizione di Iacopo Polverini,auditore di Cosimo Medici. Disputa vinta per intercessione dei protettori e per la morte degli oppositori.
L'anno successivo, torna a Prato lascia alla volta di Orvieto nel 1557. Nella città umbra presta servizio per il governatore pontificio Giovanni Battista Orsini arcivescovo di Santa Severina. Come vicario dell'Orsini, con una sapiente mediazione, riscatta le terre calabresi dell'arcivescovato, occupate indebitamente dai commissari del duca d'Alba. Grazie al successo diplomatico, viene richiamato a Roma. Nel 1558, dopo una breve parentesi a Fermo, torna momentaneamente nella città natale. Ottiene negli anni successivi, per intercessione di Antonio Massa, vari incarichi ecclesiastici: vicario generale di Imola e Rieti; suddiacono e presbitero; nel 1563 è vicario del cardinal Fulvio Orsini per la diocesi di Spoleto.
Dopo otto anni d'assenza, nel 1567 torna a Prato, ma nonostante le pressioni dell'influente cardinal Pisani, resta al servizio dell'Orsini. Si congederà per motivi di salute, solo nel 1575, per presiedere a Sermoneta, una causa d'apostasia, eresia e stregoneria per il santo Uffizio.Rientra in Toscana nel 1579, quale canonico e primo penitenziere dell'arcivescovato fiorentino. Vecchio e stanco trascorre gran parte del tempo nella villa di San Gaudenzio, dedicandosi agli studi umanistici che sin dall'adolescenza aveva amato, ma trascurato: il 6 ottobre 1585 invia al fratello Buonamico la Brieve storia della terra di Prato. Muore a Firenze due anni più tardi, il 21 ottobre 1587. Fu tumulato nella chiesa pratese di Sant'Agostino.
Oltre alla Brieve storia, lodata da Cesare Guasti e conservata a Prato presso la Biblioteca roncioniana, compose poesie ed epigrammi latini, come attesta la miscellanea Carminum illustrium poetarum italorum(Firenze 1719—26,II,c.392), e alcune liriche volgari. Documenti inediti figurano nel manoscritto II.IV.600 e nel Moreniano II8 della Biblioteca nazionale di Firenze.

Fonti: La cultura letteraria a Prato dal Medioevo all'Ottocento.Dizionario a cura di Giovanni Pestelli.Piano B Edizioni.2011.pp.77-78 

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