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Traccia fossile in Calvana

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Calvana


Una traccia fossile di 34-45 Milioni di anni fa scoperta in Calvana

  Fonti: La Nazione:29 novembre 1992

Meticoloso lavoro sulla traccia fossile rinvenuta.
Sorpresa in Calvana. Finalmente permesso della sovraintendenza per muovere la roccia. Oltre all'interesse scientifico c'è la volontà di far rivivere l'ambiente della collina. Mostra poi esposizione definitiva in Galceti.

Servizio di Riccardo Jannello

Il rinvenimento è di "un certo interesse paleontologico",come ha dichiarato la sovraintendenza archeologica in risposta a una richiesta di rimozione della roccia in Calvana avanzata dagli speleologi e naturalisti che hanno scoperto la traccia di un gasteropode di 38 milioni di anni fa. Si tratta di un reperto che risulta unico in Italia per la sua completezza: una traccia ben marcata e visibile di cinque metri e mezzo di lunghezza su una roccia unica di 170 centimetri per cento. Marco Morelli, il giovane studente di ingegneria per l'ambiente e il territorio con la grandissima passione della speleologia che per primo ha fatto la scoperta, se l'è curata per bene da febbraio a oggi e ora può gioire assieme agli altri che gli hanno dato mano visto che il ministero, tramite l'ufficio fiorentino, ha riconosciuto l'importanza del fatto. Con lui ricordiamo il padre Roberto, Renato Braga, il professor Enzo Giannecchini, Fiorenzo Gei, il Dott.Massimo Partesi dell'osservatorio sismologico di S.Domenico. Maurizio Negri, Ilaria Fantaccini; inoltre Sergio Paolieri e Brunero Fedi dell'associazione nazionale autieri che hanno collaborato per il trasposrto di vari materiali.
La scoperta è avvenuta grazie all'intuito di Morelli che, recatosi sulla Calvana, lungo il ruscello ha notato qualche traccia fossile che convergeva in un punto ; lì si è messo a scavare e sotto dieci centimetri di terra ha cominciato a notare qualcosa di solido che poi si è rivelata la roccia con inciso il prezioso "percorso" di quello che dopo molti dubbi (si era parlato di un verme) sembra potersi classificare per gasteropode
dell'ordine degli ofistobranchi, simili cioè all'attuale bulla. A sgomberare i dubbi, secondo Renato Braga, sarebbe una riproduzione sul "Manuale di paleontologia animale "pubblicato nel 1966 da Moret.
E' stato proprio il conforto di Braga e Giannecchini a sviluppare un meticoloso impegno nella raccolta e sistemazione del reperto: una volta appurata la sua natura e la sua completezza, gli speleologi hanno interessato Carlo Paoletti dell'Apt e l'Assessore alla cultura di Prato Massimo Bellandi affinchè facessero i passi necessari in sovraintendenza per avere il permesso della rimozione: bisognava salvaguardare la traccia da eventi naturali o dall'intervento distruttivo (come spesso è accaduto)dell'uomo:fortunatamente la roccia ha resistito integra per 38 milioni di anni superando prima gli sconvolgimenti geologici e ambientali che dall'era terziaria a oggi sono stati notevoli quindi l'impatto con l'uomo: nella zona passano spesso carovane di jeep, pascolano gli animali, si tracciano strade sulla collina. Fortunatamente tutto questo non ha impedito alla lastra di mantenersi compatta a differenza di quanto accaduto in moltissime altre occasioni quando le tracce fossili sono state rinvenute sbriciolate.
Gli studi sull'impronta e la sua estrazione mettono la città di poter esporre la propria storia geologica: ci sarà una mostra sul terziario visto sotto l'angolazione di flora e fauna con disegni e pannelli illustrativi che potranno dare un quadro il più completo possibile dell'era, comprese rocce per ricostruire la stratificazione della zona:in mezzo ad esse farà bella mostra la traccia del gasteropode, che successivamente - entro il 93- verrà donata al Centro di scienze naturali di Galceti che la conserverà nel proprio museo che accoglie ogni anno migliaia di studiosi, curiosi è studenti.
Ma c'è di più Morelli, Braga e gli altri sottolineano come questo rinvenimento possa costituire anche una base sulla quale lottare per la tutela della Calvana, un ambiente scientifico che potrebbe servire moltissimo alle cause, ad esempio, dell'università con le sue grotte e,ora, con i suoi fossili.

Fonti: La Nazione 29 novembre 1992 

(Ricerche: Biblioteca Comunale Lazzerini di Prato)


 

 Chi volesse vedere tale reperto può andare al Museo del Centro di Scienze Naturali di Galceti.


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